Contratti statali/ Rinnovo dipendenti pubblici: oggi parte la trattativa tra sindacati e Aran

- Silvana Palazzo

Contratti statali, rinnovo e aumento stipendi dipendenti pubblici: oggi parte la trattativa tra sindacati e Aran. Le ultime notizi e gli aggiornamenti: i nodi da sciogliere secondo Anief

marianna_madia_ministro_pa_contratti_statali_riforma_lavoro_lapresse_2017 Contratti statali, Ministro Marianna Madia (LaPresse)

La direttiva per sbloccare il rinnovo dei contratti è stata compilata: la bozza della ministra Marianna Madia è stata sottoposta ai pareri della Ragioneria Generale dello Stato, con cui va definita la parte economica e dei comitati di settore. «Dopo un silenzio durato otto anni è stato possibile riprendere la contrattazione», si legge nel documento. Oggi le 17 pagine, divise in tre capitoli, saranno oggetto di un primo confronto a Palazzo Vidoni. Il nodo da sciogliere è la prossima Legge di Bilancio, perché – come precisato dalla bozza della direttiva – in quella Manovra dovrà essere esplicitata la quota per attuare l’intesa che è stata firmata lo scorso 30 novembre con tutte le sigle sindacali nazionali. Sono previsti aumenti di stipendio, confermati dalla stessa ministra della Pubblica Amministrazione. Riguarderanno da un lato coloro che hanno patito maggiormente la crisi economica e il blocco della contrattazione, d’altro canto gli aumenti verranno concessi in base al merito, come stabilito nell’accordo con i sindacati.

Si è aperta una giornata importante per i dipendenti della pubblica amministrazione: oggi, infatti, i sindacati avvieranno con l’Aran la trattativa per il rinnovo dei contratti statali e gli aumenti di stipendio. Entro la fine del 2017 si arriverà all’intesa. Per Anief ci sono diversi aspetti su cui bisognerà soffermarsi: innanzitutto c’è la questione degli 85 euro lordi da assegnare al personale in proporzioni a partire dal 2018. Inoltre, c’è il timore che non riguardino tutti, perché una parte verrà assegnata per merito. Ci sono poi diversi soldi arretrati che il personale deve percepire: si teme, quindi, che nell’accordo non vengano considerati i quattro mesi del 2015, da settembre a dicembre, e la parte di tredicesima, come invece ha stabilito la Corte Costituzionale. «Si tratta di cifre importanti. Per questo, a oggi, un lavoratore della scuola ha poco da ridere per il rinnovo del contratto di categoria», ha dichiarato Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal.





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