Legge cinema, si accende la polemica sui decreti

Il convengo Anica “Dove va il cinema italiano?” che si è svolto oggi a Roma ha visto accendersi una garbata polemica in merito ai decreti attuativi. E’ stato Giampaolo Letta, vicepresidente e amministratore delegato Medusa Film, a sollevare il problema: “A mio giudizio, l’approccio per i decreti è troppo decontestualizzato della realtà del mercato. Questo rischia che si esca fuori strada dagli intenti primari della legge, ovvero far crescere l’industria in tutti i settori. Il timore è quello di un indebolimento e frammentazione dell’industria, che non porterà alla crescita auspicata. Nelle bozze dei decreti c’è un’eccessiva penalizzazione dei soggetti non indipendenti, ovvero i produttori legati ai broadcaster e le major americane; c’è una loro eccessiva penalizzazione. Ci deve essere una differenziazione tra indipendenti e non, ma penalizzarci con differenziali di trattamento fiscali porta a una concorrenza sleale e rischiosa. Mette in difficoltà i soggetti che immettono più risorse nel sistema. Il secondo elemento di criticità è quello dell’eccessiva complessità nella costruzione della normativa; i decreti sui contributi automatici sono assolutamente complessi”. Ha fatto eco Barbara Salabé, a capo di Warner Bros.Italia: “Come major e come studio ci troviamo nella stessa situazione dei produttori non indipendenti. Stiamo vedendo una situazione nella quale il nostro impegno verso il cinema italiano viene scoraggiato. Per noi il mercato italiano è una fucina importantissima di creatività e da dodici anni investiamo nella produzione. La legge immette più risorse nel sistema ma penalizza i soggetti non europei. Sarei rammaricata nel dover ridurre gli investimenti nel cinema italiano”. Sul tema dei decreti è intervenuto successivamente anche Carlo Bernaschi, presidente Anem: “I cinema hanno potuto contare su un credito di imposta per la programmazione dei film italiani ed europei; questi incentivi, con le bozze dei decreti, sono suddivisi in modo penalizzante per i grossi circuiti che, a questo punto, potrebbero dirottare i loro investimenti altrove, se non trovano chiarezza nei decreti attuativi”. Secca la replica del direttore generale cinema del Mibact, Nicola Borrelli: “Non credo che ci siano Paesi europei che diano incentivi ai produttori non indipendenti. Non mi risulta, poi, che il Cnc francese – per dare un esempio – dia incentivi alle major… Siamo gli unici come Paese; nei decreti abbiamo tenuto conto delle peculiarità del mercato italiano; abbiamo concesso incentivi, chiedendo in cambio investimenti. A mio avviso, casomai, questi decreti tengono troppo conto della specificità italiana”.

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