(Teleborsa) - Il via libera all'assunzione, con effetto dal 1° settembre 2017, è stato incredibilmente limitato ai docenti della scuola secondaria:
tutti i maestri risultati idonei alle prove concorsuali per la scuola dell’infanzia e primaria, sempre oltre il 10 per cento dei posti indicati inizialmente da assegnare,
rimangono assurdamente esclusi.
Il sindacato della scuola,
Anief reputa questa
decisione "
incomprensibile". A tale scopo, il giovane sindacato ha deciso di far partire
da subito le procedure per ricorrere e per proseguire la battaglia in tribunale (scadenza adesioni il prossimo 8 luglio).
Secondo
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “l'utilizzo il più possibile integrale delle graduatorie regionali dei docenti della scuola primaria e infanzia ai fini dell'immissione in ruolo è una procedura che porterebbe solo vantaggi. Prima di tutto, perché cancellerebbe la chiara discriminazione posta in essere a discapito di questa particolare categoria d'insegnanti, già flagellati da decisioni penalizzanti giunte con la
Buona Scuola.
Che senso ha superare una selezione ferrea e poi ritrovarsi con un pugno di mosche in mano pur in presenza di posti liberi?”.
La
mancata assunzione degli idonei - continua il sindacalista -
penalizzerebbe anche la continuità didattica: il nuovo concorso a cattedra, che dal 2018 tornerà a essere aperto a tutti i laureati, porterà in ruolo i docenti a titolo definitivo non prima del 2022. "Quindi, di ricoprire i posti vacanti non se ne parla nemmeno. Se si lasceranno fuori anche gli idonei dell’ultimo concorso, gli spazi non assegnati di organico non potranno che aumentare a dismisura".