Riforma pensioni/ Il Pd smentisce Repubblica: nessuno scontro Renzi-Gentiloni (ultime notizie)

- Lorenzo Torrisi

Riforma pensioni 2017, oggi 28 agosto. Il Pd smentisce Repubblica: nessuno scontro Renzi-Gentiloni. Tutte le novità e le ultime notizie sui principali temi previdenziali

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IL PD SMENTISCE REPUBBLICA

Il Partito democratico smentisce Repubblica, che aveva riportato delle indiscrezioni secondo cui all’interno del partito vi erano “divergenze” rispetto alla Legge di bilancio, con il Segretario in pressing per far inserire anche misure previdenziali e non solo in favore dei giovani. “Per l’ennesima volta il quotidiano ‘la Repubblica’ riporta un presunto scontro Governo-Pd o Gentiloni-Renzi che, banalmente, non esiste”, si legge in una nota del Nazareno. “Non vi è alcuna tensione tra l’Esecutivo e il partito di maggioranza, meno che mai in questa fase di fine legislatura e sulle questioni della legge di Bilancio su cui – al contrario – vi è una totale identità di vedute”, prosegue il testo. Quindi, Pd compatto in vista della Legge di bilancio. Sarà interessante in ogni caso vedere sul fronte previdenziale cosa verrà inserito nella manovra.

APE SOCIAL, IL CHIARIMENTO MANCANTE

Negli ultimi giorni l’attenzione in materia previdenziale sembra essere concentrata sui possibili interventi che potranno essere varati con la Legge di bilancio. Tuttavia non bisogna dimenticare che l’Inps, entro il 15 ottobre, dovrà far sapere a quanti hanno presentato domanda per l’Ape social se la stessa è stata accettata o meno. Eventualmente anche segnalando se, a causa della graduatoria, si abbia o meno diritto all’erogazione dell’Anticipo pensionistico già da quest’anno o no. orizzontescuola.it ricorda che, come già segnalato da Anief, per gli insegnanti della scuola d’infanzia c’è da capire da quando potrebbe scattare l’Ape social e quindi da quando si potrebbe lasciare il lavoro, considerando che di norma il pensionamento nel mondo della scuola avviene il 1° settembre. Nessun chiarimento sembra essere purtroppo arrivato in proposito.

LE DIVISIONI NEL PD

Secondo quanto riporta Repubblica, in vista della Legge di bilancio vi sarebbero delle divisioni all’interno del Pd, con una parte del partito di maggioranza che vorrebbe venissero compiuti anche degli sforzi sul capitolo pensioni e non solo su quello degli incentivi a favore dell’occupazione giovanile. Le risorse sembrano essere però limitate e dunque il rischio è quello che vi siano interventi su più fronti, ma di scarsa efficacia. Tuttavia, per il quotidiano romano un ruolo importante potrebbe averlo il Segretario, Matteo Renzi, pronto, pare, a spingere per avere interventi che non siano solo a favore dei giovani, ma anche di quegli anziani che il 4 dicembre hanno votato no al referendum costituzionale, così da cercare di “ricucire” i rapporti con una parte importante dell’elettorato in vista delle prossime votazioni.

LE RICHIESTE DI CHI È GIÀ IN PENSIONE 

Uno dei temi che sindacati e Governo affronteranno nel loro confronto sulle pensioni che riprenderà la prossima settimana riguarda il sistema di rivalutazione degli assegni in essere. Ma al di là di questo sembra che bisognerà fare qualcosa di più per gli attuali pensionati. Un’indagine condotta da Swg per Cna pensionati rivela infatti che il 33% degli italiani in quiescenza giudica la propria situazione difficile e, cosa più grave, solo il 25% dichiara di poter sostenere economicamente la propria famiglia in virtù delle entrate correnti. Un altro 29%, quindi, deve ricorrere ad altri redditi, ma c’è anche un’importante fetta pari al 46% che abitualmente non ce la fa. Dall’indagine emergono anche dei “suggerimenti” per il legislatore atti a migliorare la situazione dei pensionati. In primis, tagliare le tasse sulle pensioni, oltre che aumentare l’importo delle minime di almeno 80 euro. Inoltre, si propone di modificare il paniere che fa da base per la rivalutazione delle pensioni, in modo che sia più “tarata” sui bisogno dei pensionati, e di aumentare l’importo delle quattordicesime, su cui si è già intervenuti proprio quest’anno.

Un altro dato interessante riguarda la percezione della propria situazione in base al reddito percepito.  Da questo punto di vista, infatti, solo il 12% di quanti percepiscono un assegno mensile sotto i 750 euro è soddisfatto della qualità della propria vita contro il 65% di quanti incassano più di 1.750 euro al mese. Infine, il 46% degli intervistati ritiene che negli ultimi cinque anni il proprio tenore di vita sia peggiorato, mentre solo il 2% lo ritiene migliorato. Per gli altri è invece rimasto immutato.

SALVINI ATTACCA PD SUI VITALIZI

Resta caldo il dibattito relativo al ddl Richetti, dopo che Ugo Sposetti ha manifestato di avere l’intenzione di affossare il provvedimento che interviene sui trattamenti previdenziali dei parlamentari. “Senatori del PD non vogliono tagliare i vitalizi. Vergogna! Taglio dei vitalizi e legittima difesa: la Lega è pronta ad approvare queste due leggi, subito. Renzi e Alfano che faranno secondo voi?”, ha scritto Matteo Salvini sulla sua pagina Facebook. Ovviamente sono stati tanti i commenti arrivati, che segnalano anche come certi politici ritengano più importante discutere dello ius soli e non manca anche chi chiede che vengano aboliti i senatori a vita, oltre ai vitalizi dei politici. Vedremo se alla ripresa dell’attività parlamentare il ddl Richetti sarà ancora al centro dell’attenzione del mondo politico. 

TAGLI PER FAR CASSA

A dieci anni dallo scoppio della crisi dei subprime, sulle pagine de Il Manifesto si prova a tracciare un bilancio di quel che ha lasciato la Grande Crisi. E tra le altre cose non si può non notare che uno dei lasciti è il fatto che “l’austerità è diventata una nuova ortodossia economica, con tagli sostanziosi alle pensioni (in 105 paesi), alla sanità (in 56 paesi), ai salari (in 130 paesi); privatizzazioni diffuse (in 55 paesi), con previsioni di impatto di contrazione del Pil entro il 2016-20 per 132 paesi (studio ILO 2015)”. Parole che sembrano confermare la visione che è riemersa anche recentemente, quando si è tornati a chiedere una modifica del sistema previdenziale: le riforme delle pensioni, come quella attuata in Italia nel 2011, sono servite più per far quadrare i conti pubblici che non a far sì che il sistema stesso potesse funzionare meglio in futuro. Insomma, le pensioni sono state usate per fare cassa.





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