Riforma Pensioni 2017/ Poletti: “Possibili alcuni interventi in legge di Bilancio”

- Niccolò Magnani

Riforma Pensioni, ultime notizie di oggi 2 settembre 2017: uscita dal lavoro, l'Italia è terza al mondo per età pensionabile. La polemica e le ultime novità tra Governo e sindacati

Sito Inps in tilt 1 aprile Lapresse

POLETTI, “CONFRONTO APERTO CON IL SINDACATO”

Le ultime notizie sulle pensioni arrivano direttamente dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. A margine della 43esima edizione del Forum Ambrosetti, in corso a Cernobbio, ha spiegato che sul tema delle pensioni «c’è un confronto aperto con il sindacato». Inoltre, ha assicurato che «c’è la possibilità di intervenire». Ai giornalisti presenti che gli hanno chiesto se fossero previsti altri interventi alla legge di Bilancio ha spiegato: «Ci sono diverse tematiche in discussione, quindi considero che su alcuni punti ci sia la possibilità di intervenire». Quello delle pensioni è comunque un tema che è stato affrontato anche oggi: «Naturalmente anche qui facciamo una discussione di merito, riferita a quale tipologia di problemi da affrontare». Nel confronto però non si può non tener conto di alcuni paletti: «La dimensione economica è un vincolo che naturalmente dovremo tenere in considerazione». (agg. di Silvana Palazzo)

IL PENSIERO DELLA UIL SULLA PREVIDENZA INTEGRATIVA

Il segretario confederato della Uil, Domenico Proietti, nella sua intervista rilasciata a Italia.co ha parlato anche di previdenza integrativa illustrando alcune soluzioni prese in esame dallo stesso sindacato. Nello specifico Proietti ha rimarcato: “Noi intanto proponiamo di dare la tassazione agevolata (dal 15 al 9%) prevista sulle rendite dei fondi pensione per i lavoratori privati anche ai lavoratori pubblici, che invece oggi pagano come sul Tfr, in media il 23%. Inoltre chiediamo una nuova campagna a favore dei fondi pensione: in particolare quelli negoziali, in questi anni sono stati gestiti molto bene e hanno dato risultati migliori rispetto al Tfr. Si tratta di farli conoscere ai lavoratori anche nelle piccole e medie imprese, dando ‘in cambio’ agli imprenditori una possibilità di accedere al credito agevolato com’era stato previsto per il Tfr in busta paga”.

PETRICCIOLI (CISL): “IPOTESI POSITIVE MA NON SUFFICIENTI”

In questi giorni il Governo presieduto dal Primo Ministro Gentiloni, ha presentato alcune possibili misure da adottare a supporto delle pensioni per i più giovani che come noto saranno calcolate soltanto con il metodo retributivo. Misure che sono state in parte accolte con una cauta soddisfazione da parte dei sindacati. Nello specifico, il segretario confederale della Cisl Maurizio Petriccioli, ha lasciato intendere come la direzione intrapresa sia quella giusta ma che sia necessario un ulteriore sforzo da parte del governo: “Oggi sono arrivate alcune ipotesi di soluzione da parte del Governo per migliorare l’accesso alla pensione dei giovani che avranno pensioni interamente calcolate col metodo contributivo ed alcune aperture per il rilancio della adesioni alla previdenza complementare e per la parificazione della tassazione delle prestazioni dei lavoratori pubblici al livello di quella dei privati. Sono ipotesi positive ma ancora non sufficienti per tenere insieme, secondo lo spirito dell’intesa del 28 settembre 2016, il necessario ripristino delle condizioni di flessibilità nell’accesso al pensionamento con il tema dell’adeguatezza dei trattamenti pensionistici”.

ETÀ DI USCITA: ITALIA È TERZA AL MONDO

Sono quelle classifiche di cui probabilmente i pensionati italiani (e tutti i lavoratori in generale) non vorrebbero sentir parlare: dopo uno studio mondiale dell’Ocse, l’Italia risulta il terzo Paese al mondo per età di uscita dal mondo del lavoro. Attualmente infatti gli uomini devono arrivano a 66 anni e 7 mesi per andare in pensione, mentre le donne si “fermano” a 65 anni e 7 mesi: solo Danimarca e Grecia fanno peggio, con il limite imposto a 67 anni, ma guardando i dati del 2019 sull’aspettativa di vita in Italia si rischia di arrivare in cima alla classifica. Tra gli altri Paesi europei la Germania e la Spagna si fermano a 65 anni e 5 mesi e solo nel 2029 raggiungeranno il limite di 67 anni: noi forse tra due anni, motivo in più per la particolare “crisi” previdenziale purtroppo di stampo tutto italiano.

LE CRITICHE AL GOVERNO DALL’OPZIONE DONNA SOCIAL

La riforma delle pensioni sul fronte dell’Opzione Donna non convince appieno i diretti interessati, e questo si sapeva da tempo: oggi però è uscito un nuovo e lungo post sulla pagina Facebook del Comitato Opzione Donna Social, diretto da Orietta Armiliato ed è tutto una critica e una richiesta al governo per cercare di arrivare ad un punto di accordo sul fronte Opzione Donna. La Armiliato chiede sui social «quale sia l’effettiva posizione del Governo anche in considerazione delle dichiarazioni giunte dalla Ragioneria Generale dello Stato che non disegna scenari dai colori brillanti. La Commissione Lavoro della Camera, lascia alle dichiarazioni rilasciate alle agenzie dal proprio Presidente On. Cesare Damiano, il compito di farci conoscere il proprio orientamento». Nel pomeriggio di oggi e nella giornata di domani i primi esisti delle trattative durante gli incontri tra Governo e sindacati, sul tavolo ovviamente anche l’Opzione Donna come l’Ape Social e l’età pensionabile “in aumento”.

LA CRITICA DEL MONDO SCUOLA

Il giorno dopo la proposta del Governo sull’assegno di pensioni “minimo” per i giovani, arriva la netta bocciatura dell’Anief, il sindacato diretto da Marcello Pacifico: con un lungo comunicato il giovane sindacato si lancia contro la proposta del ministro Poletti, cercando di spiegare come con le attuali condizioni economiche, previdenziali e di mercato del lavoro, i giovani «rischiano di dover lavorare quasi tutta la vita per avere poi un assegno da fame». Non solo, secondo gli studi dello stesso Anief, «gli assunti dal 2015 in poi, con l’entrata a regime della riforma Monti-Fornero e della Buona Scuola, sono destinati a percepire un assegno mensile decurtato tra il 38% ed il 45% rispetto a chi ha lasciato il servizio sino a quell’anno». A livello di proposte fattive per provare a rispondere alla proposta del Governo, il sindacato pone l’accento su un nuovo welfare: «Secondo noi, quello che serve è un nuovo patto sociale e scorporare, nel contempo, tutto quello che riguarda il welfare e gli ammortizzatori sociali del bilancio Inps, a cui lo Stato deve più di 20 miliardi di contributi figurative».

L’ATTESA PER LA LEGGE DI BILANCIO

La riforma pensioni, gli studi riguardo lo stop dell’aumento dell’età pensionabile, Ape social e Rita, nei prossimi mesi saranno confermate/modificate/rilanciate: il Governo Gentiloni vive i suoi ultimi mesi di legislatura e concentra tutti gli sforzi nell’ultima maxi legge di bilancio, attesa da tanti e spauracchio per molti. Per questo motivo l’esecutivo, con le parole del ministro Poletti, ha voluto far sapere che nelle prossime settimane l’agenda degli incontri è assai fitta: 5,7,13 settembre saranno i momenti in cui Governo e sindacati si sederanno di nuovo al tavolo delle trattative per le proposte esposte in questi giorni, preparando di fatto il campo alla Legge di Bilancio del prossimo autunno. Secondo Carmelo Barbagallo della Uil i tempi stringono e bisognerebbe puntare «a chiudere entro settembre, in tempo per la Manovra».





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