(Teleborsa) - Cresce il malcontento per le decisioni anacronistiche e inadeguate alle normative moderne transnazionali sui pubblici concorsi che non si contano più. Tanto è vero che anche la stampa specializzata vi dedica ampio spazio, cercando di comprendere i motivi di tale irrigidimento da parte del
MIUR che si è fermato alla validità degli anni di precariato, per raggiungere la soglia minima del quinquennio di insegnamento, però solo per chi è già di ruolo e con l’anno di "straordinariato" acquisito. La denuncia arriva dal sindacato della scuola
Anief che replica "per quale motivo un laureato c
he ha svolto già cinque annualità di supplenze, almeno di 180 giorni ciascuna, dovrebbe rinunciare alla carriera da dirigente scolastico? Si tratta, senza dubbio, dell'ennesima discriminazione gratuita voluta da un’amministrazione scolastica rimasta indietro nel tempo, quando le scuole erano dirette da presidi, intesi alla vecchia maniera, che erano quasi sempre insegnanti a fine carriera. Nell'ultimo periodo, invece, la scuola e la dirigenza scolastica hanno subito fortissimi mutamenti.
"Abbiamo già vinto nella passata edizione del concorso a preside il ricorso al
Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio. È per questo motivo che abbiamo organizzato dei ricorsi
ad hoc, sia per i neo immessi in ruolo nell'anno scolastico 2017/18, sia per i docenti precari con cinque anni di servizio alle spalle", spiega
Marcello Pacifico Presidente
Anief e segretario confederale
Cisal.