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Attualità

La legge di stabilità rinnova la scuola italiana

Più poteri e tanti soldi per i presidi, assunzioni per personale Ata e aumenti da 85 euro per i docenti: tante le novità per la scuola nella legge di Stabilità che fanno molto discutere

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La legge di Stabilità cambia il volto della scuola, dell’università e della ricerca con interventi fino a 2 miliardi di euro. Il provvedimento in discussione prevede numerose novità per il mondo dell’istruzione cui rimarrà destinato il 3,5% del Prodotto interno lordo italiano. In attesa di possibili modifiche ed emendamenti, scopriamo le novità più importanti.

Legge di Stabilità: che cosa cambia nella scuola

Il primo punto caldo per la scuola nella legge di Stabilità è la questione dei rinnovi di contratto per docenti e presidi. Ecco le novità:

85 euro lordi per i docenti

Come gli altri dipendenti pubblici, gli insegnanti riceveranno un aumento di 85 euro lordi. Parliamo di un milione e 191 mila tra docenti e amministrativi della scuola il costo a regime è indicato in 674,98 milioni di euro. Il 41 per cento dei docenti – 320 mila – guadagna meno di 25mila euro lordi l’anno e con l’aumento perderebbe il diritto al Bonus Renzi da 80 euro.

Super aumenti per i presidi

I dirigenti scolastici andranno a guadagnare quanto i dirigenti della pubblica amministrazione, quindi circa 100 mila euro lordi. Per adeguare la parte fissa della retribuzione dei dirigenti scolastici e di alcune figure dirigenziali dell’Istruzione il Miur ha istituito un fondo con 31,70 milioni per il 2018 e 95,11 milioni a decorrere dal 2019. L’adeguamento degli stipendi partirà da settembre 2018 e riguarderà gli attuali 7.993 presidi italiani: la crescita annuale sarà di 11.899,74 euro lorde a testa. Per i presidi è inoltre atteso in Gazzetta ufficiale, poi, il nuovo concorso necessario per coprire con 2.425 nuovi ingressi i vuoti esistenti.

Assunzioni Ata

Le 6 mila assunzioni di personale Ata (tecnici e addetti ai piani) si è dimezzata con il passaggio della legge al ministero delle Finanze: nella Stabilità che entra in Parlamento vivono ancora 2.500 collaboratori scolastici e 500 assistenti amministrativi: saranno stabili da settembre 2018 a fronte di 12 mila posti vacanti.

Supplenze brevi

Non è in legge, per ora, il ripristino delle supplenze brevi, eliminate dal Governo Monti. Il potenziamento degli Its, gli Istituti tecnici e superiori, è di nuovo a rischio: serve un fondo di 14 milioni crescente per consentire il raddoppio degli studenti dei corsi.

Scuole dell’infanzia

Rinviato il poteenziamento delle scuole dell’infanzia e pure quello di una quota di insegnanti del sostegno. Il Pd, tuttavia, sta lavorando a un emendamento che porti a un’assunzione extra di 2mila docenti della materna, l’unica categoria fin qui non stabilizzata dalla Buona scuola.

Scatti per i docenti universitari

A partire dal 2018, gli scatti triennali dei docenti universitari tornano biennali. E’ un modo per superare l’impasse che si è creato con il Governo Monti ed è proseguito fino alla prima fase del Governo Renzi «senza rimettere in discussione il blocco degli stipendi 2011-2015».

Assunzione dei ricercatori

E’ aumentato il Fondo di finanziamento ordinario (Ffo) per assumere, da ottobre 2018, 1.304 ricercatori universitari (di tipo B) e 307 ricercatori degli Enti pubblici di ricerca. Costerà 90 milioni a partire dal 2019. Non ci sono, per ora, aumenti per le borse di dottorato. Confermata la “no tax area”: gli studenti provenienti da famiglie con Isee inferiore a 13 mila euro non pagheranno tasse per l’ingresso all’università.

Le proteste dei sindacati

Le novità per la scuola previste dalla legge di Stabilità non bastano al sindacato Anief che ha presentato una lunga lista di proposte emendative al disegno di legge n. 2960. Il sindacato contesta in particolare la partecipazione ai concorsi per dirigenti scolastici, per Direttori dei servizi generali e amministrativi e per docenti negli istituti pubblici; la progressione di carriera; l’adeguamento della normativa sul precariato e degli organici anche su posti di sostegno all’aggiornamento delle Graduatorie ad Esaurimento e al doppio canale per le graduatorie d’istituto; il nuovo reclutamento previsto dalla riforma Buona scuola alla titolarità su ambiti territoriali e vincoli eccessivi oggi in essere sulla mobilità del personale; la vaccinazione degli alunni e il potenziamento introdotto dalla Legge 107/2015.

«Sono tutte proposte emendative», spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, «che hanno solo uno scopo: far funzionare al meglio i nostri istituti scolastici, ancora afflitti da personale precario per decenni, posti in organico di fatto anziché di diritto, norme taglia diritti, negati in primis ai disabili, concorsi cervellotici, trasferimenti forzati a centinaia di chilometri da casa, anche quando vi sono posti dietro casa, le tante storture dell’ultima riforma Renzi-Giannini, una cronica trascuratezza per il personale amministrativo, tecnico, ausiliario e per gli educatori che operano nei convitti».