Finanza

Scuola, l'Aran mette troppa fretta ai sindacati per l'accordo sugli aumenti salariali

Pubblicato il 14/12/2017
Ultima modifica il 14/12/2017 alle ore 17:13
Teleborsa
Tanta fretta per chiudere l'accordo sugli aumenti dei contratti pubblici?  Dopo nove anni di stop ora l’Aran, agenzia che rappresenta la PA nelle trattative sindacali, vuole chiudere la trattativa entro Natale. L'agenzia ha infatti convocato i sindacati entro due giorni dall'approvazione della Legge di Bilancio al Senato, prevista fra il 21 ed il 22 dicembre, quindi avrebbe a disposizione solo 48 ore per concludere il primo rinnovo contrattuale.

Una determinazione che sconcerta il sindacato della scuola Anief, che invita a rinviare le trattative. Il sindacato mette anche a disposizione il modello per recuperare almeno il 50% dell’inflazione programmata, relativa alla mancata indicizzazione dell'indennità di vacanza contrattuale.

"Viene da chiedersi se vale la pena sottostare all’ennesimo ricatto, finalizzato a sottoscrivere in fretta un contratto perché si stanno esaurendo i tempi tecnici per realizzarlo", denuncia il sindacato, ricordando che "fra pochi giorni saranno sciolte le Camere ed in primavera si voterà per formare il nuovo Governo e rinnovare la rappresentanza dei sindacati".

"Non ha senso porre oggi una firma che potrebbe essere sconfessata fra qualche mese, anche perché le uniche risorse stanziate nella Legge di Stabilità sono, per quanto riguarda gli arretrati del biennio 2015/16, ben quindici inferiori al costo complessivo dell'inflazione certificata. E anche per gli aumenti effettivi, a regime dal prossimo 1°gennaio, si riscontra un incremento pari ad un terzo di quello necessario a coprire lo stesso disavanzo", afferma il Presidente dell'Anief, Marcello Pacifico.

"La verità è che si sapeva da tempo che la legislazione sarebbe terminata in questo periodo e c’era tutto il tempo per prevedere un pre-accordo, chiaro e definito. Almeno nella parte normativa, la quale a questo punto potrebbe rivelarsi un mero copia-incolla di quella attuale oppure contenere delle novità che se non valutate con attenzione, per il poco tempo concesso, potrebbero rivelarsi per i lavoratori addirittura una perdita di diritti rispetto agli attuali", conclude.

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