Scuola

Diplomati alle magistrali, niente cattedre di ruolo: potranno fare solo supplenze

La decisione del Consiglio di Stato, definitiva, riguarda direttamente una platea di sessantamila persone: il titolo non è abilitante per le graduatorie ad esaurimento
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ROMA - L'ultima sentenza sui diplomati magistrali del Consiglio di Stato, questa a sezioni riunite, quindi definitiva e depositata oggi, cambia verso alle sette precedenti e respinge l'inserimento dei diplomati nelle Graduatorie a esaurimento. Fuori dalla Gae e riportati nelle Graduatorie d'istituto, quindi allontanati dalla possibilità di una cattedra. Per chi è già in ruolo, la situazione si fa complicata.

Non esistono conteggi precisi all'unità, ma la Plenaria del Consiglio di Stato di oggi (l'udienza si era celebrata il 15 novembre) riguarda direttamente una platea di sessantamila persone che nelle ultime stagioni erano state inserite "a pettine" nelle Graduatorie. E riguarda, in controparte, tutti gli aspiranti maestri e soprattutto le maestre d'infanzia che, laureate e già escluse dalle assunzioni della Buona scuola, in queste stagioni hanno attaccato l'inserimento dei magistrali avvenuto a colpi di sentenze amministrative. Il Consiglio di Stato oggi in unica sezione ha enunciato: "Il possesso del solo diploma magistrale, sebbene conseguito entro l'anno scolastico 2001-2002, non costituisce titolo sufficiente per l'inserimento nelle graduatorie ad esaurimento del personale". E ha ordinato che "la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa". Nel caso, il ministero dell'Istruzione.

La guerra che si era creata tra due fasce di futuri docenti della scuola d'infanzia - diciannovemila maestre storiche in Gae contro il triplo, almeno, di diplomati magistrali, entrambe categorie precarie - si era levata sulla graduatoria che avrebbe deciso chi sarebbe stato assunto prima. Alla fine, i tredici giudici hanno dato ragione alla tesi del ministero dell'Istruzione, che nel corso della sua esposizione dei fatti ha esposto numeri terrorizzanti: "Ad oggi in Italia sono stati consegnati un milione e mezzo di diplomi magistrali". In realtà, coloro che avevano reali possibilità di ottenere un posto da docente erano 3-5 ogni cento e diversi diplomati nel tempo si sono laureati e specializzati. Ma ci sono magistrali che, sulla scia delle prime sentenze, si sono riaffacciati al mondo della scuola nonostante avessero intrapreso da anni altre strade professionali.

Ad agosto scorso risultavano inseriti nelle Graduatorie a esaurimento, complessivamente, 125 mila precari: 67.622 per l'infanzia e 57.369 per la primaria. Il sindacato Anief e, per altri ricorsi, gli avvocati Bonetti e Delia annunciano appello alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo, la Cedu.

Dice l'avvocato Michele Bonetti: "Quello che si profila è un licenziamento di massa, il più grande della storia italiana. A noi risultano 55 mila iscritti con riserva nelle Gae e dopo che per oltre due anni la giurisprudenza ha ritenuto questo titolo utile anche a ottenere il ruolo, oggi si fa un passo indietro e si dice che è buono solo per le supplenze. I numeri sono enormi e di difficile quantificazione e il Miur ha giustificato scelte politiche senza dare mai la possibilità di un vero riscontro. Parliamo di precari che da numerosi anni permettono al servizio scolastico di funzionare".

I legali del Miur spiegano: "Questa sentenza  avrà un riflesso immediato per i 5.300 che hanno firmato un ricorso e riflessi nel tempo su tutti gli altri diplomati magistrali. Chi non è entrato nelle Gae non ci entrerà più, chi è già dentro tornerà nelle graduatorie di istituto". Dopo una lunga battaglia le storiche precarie dell'infanzia oggi scrivono: "Un diploma da solo non basta per insegnare nella scuola pubblica, i bambini vanno messi al centro di ogni scelta". Le associazioni Adida e Mida, che difendono i precari diplomati magistrali, hanno annunciato una manifestazione in piazza il prossimo 8 gennaio.
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