Sarà un rientro in classe agitato per i bimbi delle scuole dell’infanzia e primarie torinesi. «Se le cose non cambieranno, siamo pronti a bloccare lezioni e scrutini», è l’intenzione di circa duecento insegnanti che si sono radunati ieri sotto la sede dell’Ufficio regionale scolastico per protestare contro la sentenza del Consiglio di Stato, che in sostanza potrebbe portare al licenziamento di chi è diventato docente di ruolo con il diploma. Il rischio è che alcune classi restino chiuse l’8 gennaio, quando riprenderanno le lezioni. In programma ci sono sit-in e manifestazioni. Un bus partirà da corso Marconi, proprio l’8 gennaio alle 10, per portare i maestri alla manifestazione nazionale organizzata a Roma. Lo stesso giorno, dalle 9 alle 13, si svolgerà un sit-in davanti alla sede dell’Ufficio Scolastico Regionale, in Corso Vittorio Emanuele II.

Lo sciopero riguarda tutto il personale docente con diploma magistrale assunto con riserva o come supplente tramite le graduatorie a esaurimento. «Così vogliamo mandare un chiaro segnale al ministero dell’Istruzione e al Parlamento, ai quali chiediamo di prendere finalmente posizione su una situazione che non può concludersi con una sentenza inattesa quanto sconcertante», spiega Marco Giordano, Anief Torino. «Non si comprende, infatti, come un organismo di giustizia così rilevante possa sconfessare se stesso, producendo tesi diametralmente opposte rispetto a quelle più volte espresse in precedenza sullo stesso quesito. Anche un alto numero di politici che proprio in questi giorni sta auspicando soluzioni a favore dei diplomati magistrale che tuttavia non potranno concretizzarsi prima delle elezioni politiche, visto che le Camere sono state ormai sciolte e non è possibile adesso legiferare per adottare la soluzione che noi suggeriamo da sempre: riaprire le GaE e ammettere tutti gli abilitati, modificare il decreto legislativo sulla formazione iniziale e reclutamento estendendolo anche ai docenti della scuola infanzia e primaria».

Confida, invece, in una soluzione politica rapida Maria Grazia Penna, Cisl Scuola Piemonte. «Domani abbiamo un incontro al Miur - spiega la sindacalista - proprio per discutere della posizione che il ministero intende prendere nei confronti di questi insegnanti. Quello che ci auspichiamo è che ci sia continuità e che i bimbi non cambino maestre in corso d’anno. In questo momento stiamo valutando iniziative di contenzioso con i nostri avvocati a livello di giustizia europea. Il vero problema è che in tutto il Nord non abbiamo sufficienti numeri di insegnanti per coprire tutti i posti disponibili. Quindi, qualunque sia la procedura che il ministero vuole mettere in campo, di questi insegnanti abbiamo bisogno perché altrimenti abbiamo le classi scoperte, soprattutto alle primarie e alle scuole d’infanzia. Comunque siamo un po’ meno agitati perché sappiamo che l’effetto della sentenza non è immediato nei confronti di tutti i lavoratori che hanno questo problema».

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