Sono tante le insegnanti di scuola elementare che aderiranno allo sciopero di lunedì. In pratica tutte quelle in possesso del solo diploma magistrale, che per questo motivo sono state escluse dalle graduatorie ad esaurimento da una sentenza del Consiglio di Stato. Sul modello delle maestre che già avevano ottenuto una sentenza favorevole passata poi in giudicato, negli ultimi anni altre aspiranti al ruolo avevano presentato ricorso, procedimento accettato dal Tar ma poi, a fine anno, come una doccia fredda, rigettato dal massimo organo di giustizia amministrativa. «Il livello di partecipazione nel Biellese, e in particolar modo nel capoluogo, sarà vicina al 5% - ipotizza Giuseppe Faraci di Anief, il sindacato dei lavoratori della scuola che sostiene la manifestazione –. A chi andrà direttamente a Roma si aggiungeranno le insegnanti che partecipano con noi al sit in davanti alla sede dell’ufficio scolastico regionale a Torino. Alcune ci accompagneranno anche a incontrare il direttore Fabrizio Manca, a cui presenteremo le nostre istanze». In qualche plesso l’adesione prevista è decisamente più massiccia. A Cavaglià per esempio due scuole resteranno chiuse e l’altra lavorerà a ritmi ridotti. «A Cavaglià sciopereranno una decina di colleghe mentre a Viverone e Salussola l’adesione è stata del 100% - dice Donatella Spennacchio, una tra le insegnanti esclusa dalla sentenza del Consiglio di Stato –. Non ci possiamo lamentare, il livello di solidarietà nei nostri confronti è stato alto».

I CONTRATTI NON SI TOCCANO»

Non è bastato a convincere le maestre a cancellare l’agitazione dopo quanto emerso dall’incontro dei sindacati confederali con il ministero dell’Istruzione, e cioè che «i contratti in essere al momento non si toccano e così i ruoli che sono stati attribuiti – riportano i rappresentanti dei lavoratori –. Inoltre il Miur ha dato le prime concrete aperture per un concorso riservato ai diplomati magistrali. Per cui potrebbe essere prevista una sola prova orale non selettiva, quindi un diritto a prescindere alla graduatoria regionale per il ruolo». Su queste basi la Flc Cgil ha deciso di non appoggiare il fermo delle lezioni. «Abbiamo fatto più scioperi e mobilitazioni noi di tutti gli altri messi assieme – spiega il segretario Marco Ramella Trotta – ora invece serve lavorare per trovare una soluzione politica del problema. L’adesione resta comunque non solo libera ma assolutamente legittima e sacrosanta. Ciascuna può, secondo coscienza, regolarsi come ritiene opportuno. In attesa delle sentenze del Tar non è possibile intentare alcuna contro vertenza. Ed è bene diffidare delle notizie che parlano di nuovi ricorsi che potrebbero arrivare a costare migliaia di euro». Una lettura contestata da Faraci. «Sono ancora convinti che sedendosi attorno a un tavolo si troverà una quadra ma non è più così, dalla contrattazione non si cava niente».

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