Scuola: domani primo sciopero 2018, proteste in tutta Italia

Roma – Un inizio anno non facile per maestri e maestre delle scuole elementari e dell’infanzia. Dopo la sentenza del Consiglio di Stato in adunanza plenaria che ha stabilito che il diploma magistrale non e’ un titolo abilitante per accedere all’insegnamento, molti di loro rischiano di essere licenziati o eliminati dalla graduatoria ad esaurimento (Gae) e spostati in seconda o terza fascia per l’accesso al ruolo. Per questo motivo, domani gli insegnanti delle scuole primarie e dell’infanzia sciopereranno per tutta la giornata, prolungando di fatto di un giorno le vacanze natalizie per molti bambini. Durante lo sciopero, indetto dai Cobas e al quale hanno aderito anche Anief e altre 8 sigle, i maestri scenderanno in piazza e manifesteranno a partire dalle 9,30 davanti al palazzo del ministero dell’Istruzione in viale Trastevere a Roma. Inoltre, diversi sit-in saranno organizzati davanti agli uffici scolastici regionali di varie citta’ tra cui Milano, Torino, Bologna, Cagliari e Palermo. Nei giorni scorsi, il Miur ha fornito i numeri ufficiali dei soggetti coinvolti: i diplomati magistrali iscritti a seguito dei contenziosi nelle GAE sono piu’ di 43.000, mentre quelli assunti in ruolo con riserva sono circa 6.000. Intanto sindacati e istituzioni attendono il parere dell’Avvocatura dello Stato, richiesto dal ministero dell’Istruzione lo scorso 22 dicembre e che dovrebbe chiarire i tempi e la corretta modalita’ di esecuzione della sentenza, tenendo conto delle diverse fattispecie coinvolte.
“La sentenza ha creato un conflitto di giudicato – ha spiegato all’AGI Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – ed ora 43.500 insegnanti rischiano la cancellazione dalla graduatoria ad esaurimento, ai quali si devono aggiungere gli oltre 5.000 che hanno ottenuto il ruolo con riserva in attesa della sentenza definitiva. Fino a questo momento – ha aggiunto Pacifico – 7 sentenze del Consiglio di Stato avevano stabilito che tutti gli insegnanti con il diploma magistrale potevano accedere alla graduatoria se diplomati entro il 2001. Ora la sentenza dell’Adunanza plenaria ha ribaltato i termini della questione”. Sulla stessa linea anche Piero Bernocchi, leader e portavoce dei Cobas: “Questa sentenza – ha detto – pone drammatici problemi, professionali ed umani, ai diplomati magistrali. Molti maestri hanno avuto nomine annuali dalle graduatorie ad esaurimento, in diversi sono gia’ stati immessi in ruolo, e ora, oltre alla perdita del posto di lavoro, rischiano di ritrovarsi improvvisamente reinseriti in seconda fascia o, secondo un’interpretazione ancora piu’ penalizzante della sentenza, addirittura in terza fascia”.

 

I Cobas, ha chiarito Bernocchi, chiedono “che il Miur ed il governo pongano immediato rimedio, e non rinviando alla prossima legislatura, a questa vergogna che potrebbe portare ad un licenziamento di massa di 5.300 lavoratori, oltre che a negare la possibilita’ di stipulare contratti a tempo determinato ad altri 60.000 insegnanti. Chi e’ stato immesso in ruolo dovra’ mantenere il proprio posto. Per chi ha gia’ fatto l’anno di prova, esso vale molto di piu’ di un concorso abilitante. Chi e’ inserito con riserva nelle Gae deve poter mantenere la propria posizione, cosi’ come chi ha avuto un incarico annuale”. Lo scorso 4 gennaio al Miur si e’ gia’ tenuto un incontro tra il sottosegretario Vito De Filippo e i segretari generali delle organizzazioni sindacali per cercare di ricostruire i termini della questione e le parti si sono date appuntamento per un nuovo tavolo politico subito dopo il parere dell’Avvocatura dello Stato. De Filippo ha ricordato ai sindacati che “la presenza di diritti e interessi contrapposti, tra i diplomati magistrali e gli altri abilitati all’insegnamento nella scuola dell’infanzia e primaria, impone la massima attenzione nella doverosa esecuzione della sentenza e delle successive sentenze di merito da parte dell’autorita’ amministrativa”. Richiamata brevemente “la complessa situazione giuridica risalente a numerosi anni addietro”, De Filippo – si legge in una nota del Miur – ha quindi spiegato che “in attesa dei nuovi giudizi di merito, il ministero, al fine di poter ottemperare correttamente alla decisione del Consiglio di Stato, ha analizzato tutte le diverse situazioni giuridiche e di fatto esistenti e/o consolidate, con particolare riferimento alla concreta gestione delle graduatorie e dei rapporti di lavoro nelle more instauratisi con i soggetti gia’ inseriti (seppure con riserva) nelle Gae”.
Secondo la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, la questione ha generato “un allarmismo ingiustificato”. “Capisco ovviamente – ha detto – la reazione di coloro che sono preoccupati e spaventati, ma e’ anche vero che ci siamo mossi subito per cercare di capire meglio tutta la vicenda che, ci tengo a sottolineare, va avanti da anni. Trovo che l’incontro del 4 gennaio con i sindacati sia stato importante. Ora dobbiamo aspettare il parere dell’Avvocatura dello Stato. Quando avremo tutte le risposte convocheremo di nuovo le parti interessate e cercheremo di trovare delle soluzioni”. (AGI)d umani, ai diplomati magistrali. Molti di loro hanno avuto nomine annuali dalle Graduatorie ad esaurimento (GAE), in diversi sono gia’ stati immessi in ruolo, e ora, oltre alla perdita del posto di lavoro, rischiano di ritrovarsi improvvisamente reinseriti in seconda fascia o, secondo un’interpretazione ancora piu’ penalizzante della sentenza, addirittura in terza fascia. Chiediamo dunque – ha concluso Bernocchi – che il Miur ed il governo pongano immediato rimedio (e non rinviando alla prossima legislatura) a questa vergogna che potrebbe portare ad un licenziamento di massa di 5300 lavoratori, oltre che a negare la possibilita’ di stipulare contratti a tempo determinato ad altri 60mila insegnanti. Chi e’ stato immesso in ruolo dovra’ mantenere il proprio posto. Per chi ha gia’ fatto l’anno di prova, esso vale molto di piu’ di un concorso abilitante. Chi e’ inserito con riserva nelle GAE deve poter mantenere la propria posizione, cosi’ come chi ha avuto un incarico annuale”. Nel frattempo, lo scorso 4 gennaio al Miur si sono incontrati il Sottosegretario Vito De Filippo e i segretari generali delle Organizzazioni Sindacali rappresentative per il comparto Istruzione e Ricerca. Durante l’incontro si e’ cercato di ricostruire i termini della questione e le parti si sono date appuntamento per un nuovo tavolo politico subito dopo il parere dell’Avvocatura di Stato.
De Filippo ha ricordato ai sindacati che “la presenza di diritti e interessi contrapposti, tra i diplomati magistrali e gli altri abilitati all’insegnamento nella scuola dell’infanzia e primaria, impone la massima attenzione nella doverosa esecuzione della sentenza e delle successive sentenze di merito da parte dell’autorita’ amministrativa”. Richiamata brevemente “la complessa situazione giuridica risalente a numerosi anni addietro” De Filippo – si legge in una nota del Miur – ha quindi spiegato che “in attesa dei nuovi giudizi di merito, il Ministero, al fine di poter ottemperare correttamente alla decisione del Consiglio di Stato, ha analizzato tutte le diverse situazioni giuridiche e di fatto esistenti e/o consolidate, con particolare riferimento alla concreta gestione delle graduatorie e dei rapporti di lavoro nelle more instauratisi con i soggetti gia’ inseriti (seppure con riserva) nelle GAE”. La ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, ha sottolineato che la questione ha generato “un allarmismo ingiustificato”. “Capisco ovviamente – ha detto – la reazione di coloro che sono preoccupati e spaventati, ma e’ anche vero che ci siamo mossi subito per cercare di capire meglio tutta la vicenda che, ci tengo a sottolineare, va avanti da anni. Trovo che l’incontro del 4 gennaio con i sindacati sia stato importante. Ora dobbiamo aspettare il parere dell’Avvocatura di Stato. Quando avremo tutte le risposte convocheremo di nuovo le parti interessate e cercheremo di trovare delle soluzioni”.