7 gennaio 2018 - 13:44

Sciopero maestre diplomate, lezioni a rischio per tre milioni e mezzo di alunni di materna e primaria

È la stima dell'Anief, uno dei primi sindacati a sostenere la protesta dei diplomati magistrali, esclusi dalla sentenza del Consiglio di Stato dalle graduatorie ad esaurimento, quelle che assicurano -prima o poi- una cattedra

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«Tra poche ore le famiglie italiane si accorgeranno cosa vuol dire perdere il maestro del proprio figlio, dopo diversi anni, per colpa di una sentenza che non doveva neanche essere pronunciata»: è agguerrito Marcello Pacificol presidente dell'Anief, alla vigilia dello sciopero che coinvolgerà circa 50 mila maestri e maestre diplomati, che protestano contro la sentenza dell'Adunanza plenaria del Consiglio di Stato che li ha esclusi dalle graduatorie ad esaurimento. Una decisione che li allontana dall'obiettivo di un contratto a tempo indeterminato o che, in molti casi, vanifica un contratto già stipulato, anche se con «clausola di riserva».

I disagi

Gli insegnanti delle scuole dell'infanzia e primaria che avevano fatto ricorso per essere immessi in ruolo incroceranno le braccia lunedì e manifesteranno, dalle 9 alle 13, davanti alla sede del ministero dell'Istruzione in viale Trastevere. Contemporaneamente ci saranno sit-in anche davanti gli Uffici Scolastici Regionali di Torino, Milano, Bologna, Palermo, Cagliari, Catanzaro e Bari. Secondo una stima preliminare, lo sciopero dovrebbe riguardare circa il 30% degli insegnanti delle materne ed elementari di tutta Italia, e quindi non dovrebbe scatenare il caos nelle scuole. Ma ci saranno sicuramente disagi, ritardi, supplenze e orari ridotti: alle famiglie conviene assicurarsi della regolarità delle lezioni, interpellando gli stessi insegnanti attraverso i propri rappresentanti di classe.

Il concorso facilitato e le perplessità dei laureati

La richiesta del sindacato è quella di confermare nei ruoli dello Stato i 6mila neoassunti con riserva che hanno superato o stanno superando l'anno di prova e assumere i 44mila colleghi inseriti con riserva nelle GaE, molti dei quali insegnano nelle scuole da anni, anche se ci sono pure diplomati che non hanno mai messo piede in classe. Si invoca quella che viene chiamata una soluzione politica, ovvero una soluzione transitoria, simile a quella trovata per gli insegnanti con anzianità di servizio superiore ai 36 mesi, che permetta ai diplomati di superare una snella procedura concorsuale, ed essere reinseriti velocemente. Sarebbe anche un modo per rinnovare la loro formazione e difendersi dalle critiche di chi, come i laureati o laureandi in Scienze della formazione primaria rivendicano il proprio sforzo per qualificarsi e riportare l'attenzione sui bambini.

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