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L’anno scolastico ricomincia con uno sciopero: l’8 gennaio lezioni a rischio in tutta Italia

I maestri scioperano contro la sentenza del Consiglio di Stato che ha escluso dalle Graduatorie ad esaurimento i docenti con diploma magistrale. L’adesione prevista è altissima e coinvolgerà i docenti delle scuole per l’infanzia e primarie di tutta Italia.
A cura di Charlotte Matteini
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Il 2018 si apre con uno sciopero della scuola. Domani, 8 gennaio 2018, milioni di studenti rischiano di non trovare alcun insegnante in classe a causa dello sciopero promosso dai sindacati di categoria. Secondo quanto riferito dall'Anief, l'adesione sarebbe stata altissima e dunque domani sarano circa 3,5 milioni i bambini che, tra scuola dell'infanzia e primarie, rischiano di non poter tornare a scuola causa sciopero. L'astensione dal lavoro è stata organizzata in seguito alla discussa sentenza del Consiglio di Stato che ha escluso dalle Graduatorie ad esaurimento i docenti con diploma magistrale, "condannandoli alla precarietà", spiega il sindacato Anief. Per questo motivo, dunque, è stato promosso uno sciopero a livello nazionale, che ha raccolto moltissime adesioni.

Nella mattinata dell'8 gennaio, dalle 9 alle 13, sarà promossa una manifestazione davanti al ministero dell'Istruzione e contemporaneamente saranno previsti anche sit-in davanti agli uffici scolastici regionali di Torino, Milano, Bologna, Palermo, Cagliari, Catanzaro e Bari. Il sindacato, attraverso la protesta, chiede di confermare a ruolo i seimila neoassunti con riserva "che hanno superato o stanno superando l'anno di prova e di assumere i 44mila colleghi inseriti con riserva nelle GaE (le graduatorie), i quali da molti anni insegnano ormai nelle nostre scuole".

"Tra poche ore le famiglie italiane si accorgeranno cosa vuol dire perdere il maestro del proprio figlio, dopo diversi anni, per colpa di una sentenza che non doveva neanche essere pronunciata, vista l'assenza di un conflitto di giudicato per una categoria, composta appunto dai docenti della scuola dell'infanzia e primaria, che è stato volutamente dimenticato dal governo e dal Parlamento, anche con l'esclusione dal piano straordinario di assunzioni come dal nuovo sistema di formazione e reclutamento", ha commentato Marcello Pacifico, presidente Anief-Cisal.

"Se un titolo è considerato abilitante e valido per partecipare ai concorsi, come tutte le altre abilitazioni conseguite entro il 2011, deve essere valido per inserirsi nelle graduatorie ad esaurimento. Bisogna riaprire subito le graduatorie e permettere l'incontro fra domanda e offerta, per non permettere la moltiplicazione di quei corsi e ricorsi che lo stesso ministro Valeria Fedeli invita a evitare. Già in due occasioni le graduatorie sono state riaperte dal Parlamento, nel 2008 e nel 2012, senza attendere il parere dell'Avvocatura dello Stato, peraltro ancora in ingiustificato silenzio. La politica deve assumersi le sue responsabilità, dopo il fallimento del tavolo di confronto richiesto dai sindacati in scadenza di mandato". In caso contrario, la mobilitazione continuerà e partiranno le nuove azioni legali, per annullare in Europa o in Cassazione la sentenza della Plenaria", ha concluso Pacifico.

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