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direttore Paolo Pagliaro

SCUOLA, OGGI MAESTRE
IN SCIOPERO

SCUOLA, OGGI MAESTRE <br> IN SCIOPERO

Un ritorno a scuola inconsueto quello che oggi attende un milione di alunni della scuola dell’infanzia e due milioni e mezzo della primaria: a seguito dello sciopero dell’Anief derivante dalla sentenza prenatalizia dell’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato che ha messo fuori dalle GaE i docenti con diploma magistrale, questa mattina migliaia di maestre e di maestri incroceranno le braccia. Prevista una protesta a Roma, davanti al Ministero dell’Istruzione, tra le ore 9 e le ore 13. Contemporaneamente, sono previsti dei sit-in davanti gli Uffici Scolastici Regionali di Torino, Milano, Bologna, Palermo, Cagliari, Catanzaro e Bari. Il sindacato chiede di confermare nei ruoli dello Stato i 6mila neoassunti con riserva che hanno superato o stanno superando l'anno di prova e occorre assumere i 44mila colleghi inseriti con riserva nelle GaE, i quali da molti anni insegnano nelle scuole. Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal ricorda che “se un titolo è considerato abilitante e valido per partecipare ai concorsi, come tutte le altre abilitazioni conseguite entro il 2011, deve essere valido per inserirsi nelle graduatorie ad esaurimento da cui si attinge per coprire il 50% delle immissioni in ruolo e in prima battuta la copertura delle attuali 85mila supplenze al termine delle attività didattiche. Bisogna riaprire subito le GaE e permettere l'incontro tra domanda e offerta, per non permettere la moltiplicazione di quei corsi e ricorsi che la stessa Ministra Valeria Fedeli invita ad evitare”. “Con questo sciopero – continua il presidente del giovane sindacato - chiediamo quindi al Governo un intervento urgente per risolvere definitivamente la questione dell'aggiornamento delle GaE, già in due occasioni riaperte dal Parlamento, nel 2008 e nel 2012, senza attendere il parere dell'Avvocatura dello Stato, peraltro ancora in ingiustificato silenzio a due settimane dal consulto. La verità à che, giunti a questo punto, la politica deve assumersi le sue responsabilità, dopo il fallimento del tavolo di confronto richiesto dai sindacati in scadenza di mandato. In caso contrario, la mobilitazione continuerà e partiranno le nuove azioni legali, ad iniziare del ricorso gratuito alla Cedu, per annullare in Europa o in Cassazione la sentenza della Plenaria”. (8 gen - red)


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