Scuola, scioperi e cortei in tutta Italia, Fedeli rassicura: troveremo una soluzione

Scuola, scioperi e cortei in tutta Italia, Fedeli rassicura: troveremo una soluzione
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Lunedì 8 Gennaio 2018, 10:55 - Ultimo aggiornamento: 9 Gennaio, 08:02

Ritorno in classe problematico dopo le vacanze natalizie per gli alunni delle elementari e delle scuole per l'infanzia. Oggi in tutta Italia scioperano i docenti per protesta contro quella che definiscono la «vergognosa» sentenza del Consiglio di Stato sui diplomati magistrali. Tante le manifestazioni in programma: a Roma davanti al ministero dell'Istruzione; a Torino, Milano, Bologna, Palermo, Cagliari, Catanzaro e Bari, davanti agli uffici scolastici regionali. L'agitazione è stata proclamata dalle sigle sindacali Anief, Saese e Cub, con l'adesione dei Cobas.

L'Autorità garante per gli scioperi, intanto, evidenzia come la proclamazione da parte dei Cobas dello sciopero della scuola «non sia conforme alla legge, come già segnalato in due occasioni a tale organizzazione sindacale il 28 dicembre ed il 3 gennaio». In particolare, risulta «violata la regola del preavviso di 15 giorni e il mancato tentativo di conciliazione presso il Ministero, trattandosi di motivazioni (la recente pronuncia del Consiglio di Stato in materia di titoli per l'insegnamento) diverse da quelle avanzate dalla sigla Saese, che per prima ha proclamato lo sciopero».

«Abbiamo chiesto all'Avvocatura dello Stato di darci le linee attuative della sentenza del Consiglio di Stato. Appena arriverà la risposta, convocheremo le parti e troveremo le soluzioni più idonee». Lo ha detto la ministra dell'Istruzione Valeria Fedeli intervista da Sky Tg 24 a proposito dello sciopero dei maestri delle primarie e delle scuole dell'infanzia.

 

 


«Siamo insegnanti non burattini», «la maestra non si tocca», «riaprire le Gae». Sono in centinaia davanti al ministero dell'Istruzione a Roma i docenti, tante le giovani donne, che protestano contro la «vergognosa» sentenza del Consiglio di Stato sui diplomati magistrali. Viale Trastevere è chiusa in parte (è stata lasciata libera soltanto una carreggiata) e i manifestanti convocati dai sindacati Anief, Saese e Cub, con l'adesione dei Cobas, sono saliti fin sulle scalinate del ministero. Tanti i cartelli di protesta e le bandiere, ma la situazione è assolutamente tranquilla e tenuta sotto controllo dalle forze dell'ordine. «No ai licenziamenti di massa», chiedono le maestre, preoccupate di una possibile fine del loro contratto: «abilitate quando serve, licenziate quando conviene», ribadiscono a più voci».

Ripresa delle lezioni a singhiozzo nelle scuole materne e primarie torinesi dove secondo i sindacati la sentenza del Consiglio di Stato mette a rischio il futuro di circa 1.400 insegnanti assunti con il diploma magistrale. Le maestre manifestano dalle 9 con un sit-in davanti all'ufficio scolastico regionale. A Torino alcune scuole sono rimaste chiuse a causa della protesta, mentre molti dirigenti scolastici hanno ridotto gli orari in alcune classi e sospeso le lezioni in altre con grandi disagi per le famiglie. Impossibile, d'altra parte, prevedere la presenza dei docenti che non sono tenuti a comunicare in anticipo alle segreterie le proprie intenzioni. Allo sciopero ha aderito anche il personale Ata: bidelli e segretari considerano irrisorio l'aumento di stipendio che avranno nel 2018.

Sono circa 300 tra maestri e familiari degli alunni i manifestanti che protestano a Genova. Il corteo, aperto da alcuni bambini che tengono uno striscione con scritto
non toccate le nostre maestre raggiungerà il Provveditorato agli studi.

 

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