Rientro con sciopero Lezioni a rischio in numerose scuole
Protesta dopo la sentenza sui diplomi non abilitanti In provincia sono interessati quattrocento docenti
di Chiara Benotti
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Sciopero nelle scuole e lezioni a rischio oggi: il rientro dalle vacanze slitterà di 24 ore nella primaria Gozzi a Pordenone. Nell’istituto comprensivo Pordenone Sud lezioni sospese in sei classi della Rosmini e il consiglio dei quattro compensivi urbani per circa quattromila genitori è di verificare le cattedre scoperte, alle 8 di questa mattina. La serrata in via Vesalio è confermata dalla dirigente Nadia Poletto. «Nella Gozzi – ha anticipato on line – docenti in sciopero». Nel Friuli occidentale sono interessati circa 35 mila studenti.
La protesta. Lo sciopero di docenti, bidelli, amministrativi, tecnici è stato proclamato dal sindacato Saese con Anief e Cub-Cobas. La protesta a Pordenone è quella di 300 docenti precari e oltre cento di ruolo che rischiano di perdere la cattedra nelle primarie dopo la contestata sentenza del Consiglio di Stato sui diplomi non abilitanti 2001-2002, che ha stabilito l’espulsione dalle graduatorie Gae. Dissociati dalla protesta sono Gilda, Snals e la triplice confederale. «Cgil non aderisce allo sciopero perché reclamiamo una soluzione politica per assicurare la stabilità delle cattedre a oltre 400 insegnanti a Pordenone – ha detto Giuseppe Mancaniello allo sportello Flc Cgil –. Se il ministero dell’Istruzione e la classe politica non daranno risposte scatterà la lotta». Tempi di attesa lunghi. «Dovrà pronunciarsi – ha spiegato Mancaniello – l’Avvocatura di Stato».
I docenti. Cellulari bollenti ai sindacati. «Ci sono state chiamate anche a Natale di precari disperati dopo la sentenza – ha ammesso Mancaniello –. Il problema è il licenziamento di 400 docenti: chi insegnerà ai bambini?». Il sindacato Anief ha aperto la campagna dei ricorsi. «I ricorsi intaseranno i tribunali – ha previsto Flc Cgil – con tempi biblici per ottenere un giudizio definitivo. È meglio la sanatoria politica: nessuno deve essere cancellato dalle graduatorie Gae». Le maestre sono esasperate: un centinaio rischiano di perdere l’assunzione in ruolo (dal 2014 al 2017 sono state assunte a Pordenone) e retrocedere a supplenti. «Abbiamo sulle spalle anche venti anni di precariato – si sono sfogate agli sportelli sindacali –. Siamo state assunte e all’improvviso ci dicono che si sono sbagliati e che non vale il ruolo. È una beffa insopportabile e un danno non soltanto per noi, ma anche per i bambini e le famiglie».
La rabbia. I vecchi diplomi magistrali dell’anno 2001-2002 non danno titolo all’insegnamento e, quindi, insegnanti licenziati. La stima: circa 6 mila docenti di ruolo in tutta Italia e oltre 100 a Pordenone rischiano il posto di lavoro e di trovarsi inseriti in seconda o terza fascia, in marzo o giugno. Erano entrati con riserva, assieme agli altri 300 precari (43 mila in Italia) nelle graduatorie: saranno espulsi.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
La protesta. Lo sciopero di docenti, bidelli, amministrativi, tecnici è stato proclamato dal sindacato Saese con Anief e Cub-Cobas. La protesta a Pordenone è quella di 300 docenti precari e oltre cento di ruolo che rischiano di perdere la cattedra nelle primarie dopo la contestata sentenza del Consiglio di Stato sui diplomi non abilitanti 2001-2002, che ha stabilito l’espulsione dalle graduatorie Gae. Dissociati dalla protesta sono Gilda, Snals e la triplice confederale. «Cgil non aderisce allo sciopero perché reclamiamo una soluzione politica per assicurare la stabilità delle cattedre a oltre 400 insegnanti a Pordenone – ha detto Giuseppe Mancaniello allo sportello Flc Cgil –. Se il ministero dell’Istruzione e la classe politica non daranno risposte scatterà la lotta». Tempi di attesa lunghi. «Dovrà pronunciarsi – ha spiegato Mancaniello – l’Avvocatura di Stato».
I docenti. Cellulari bollenti ai sindacati. «Ci sono state chiamate anche a Natale di precari disperati dopo la sentenza – ha ammesso Mancaniello –. Il problema è il licenziamento di 400 docenti: chi insegnerà ai bambini?». Il sindacato Anief ha aperto la campagna dei ricorsi. «I ricorsi intaseranno i tribunali – ha previsto Flc Cgil – con tempi biblici per ottenere un giudizio definitivo. È meglio la sanatoria politica: nessuno deve essere cancellato dalle graduatorie Gae». Le maestre sono esasperate: un centinaio rischiano di perdere l’assunzione in ruolo (dal 2014 al 2017 sono state assunte a Pordenone) e retrocedere a supplenti. «Abbiamo sulle spalle anche venti anni di precariato – si sono sfogate agli sportelli sindacali –. Siamo state assunte e all’improvviso ci dicono che si sono sbagliati e che non vale il ruolo. È una beffa insopportabile e un danno non soltanto per noi, ma anche per i bambini e le famiglie».
La rabbia. I vecchi diplomi magistrali dell’anno 2001-2002 non danno titolo all’insegnamento e, quindi, insegnanti licenziati. La stima: circa 6 mila docenti di ruolo in tutta Italia e oltre 100 a Pordenone rischiano il posto di lavoro e di trovarsi inseriti in seconda o terza fascia, in marzo o giugno. Erano entrati con riserva, assieme agli altri 300 precari (43 mila in Italia) nelle graduatorie: saranno espulsi.
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