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Maestre declassate, tre su 10 in sciopero

A Padova sono 300, alcune sono andate a Venezia per protestare. «Storia vergognosa, va trovata una soluzione»

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Nel Padovano hanno scioperato tre insegnanti su dieci: sono i dati forniti dai sindacati che hanno proclamato la mobilitazione in tutta Italia (Cobas, Cub, Anief e Saese) a sostegno di coloro che, in possesso solo del diploma delle Magistrali, hanno perso il posto di ruolo per una sentenza del Consiglio di Stato. Naturalmente cattedre vuote quasi esclusivamente nelle scuole materne statali ed elementari, mentre nelle medie e negli istituti superiori gli scioperanti sono stati pochissimi. Molto alta l’adesione nel Piovese, ma non sono andate a scuola anche tante maestre dell’Estense, dei Colli, della cintura e dell’Alta. Più basse le adesioni in città. Alla Rosmini (IV Istituto comprensivo, in via Jacopo da Montagnana, all’Arcella) non si è presentata in aula solo la docente della quarta classe, mentre altre adesioni si sono registrate in alcune classi del X Istituto Comprensivo, guidato dalla preside reggente Concetta Ferrara, che è dirigente titolare all’XI Comprensivo, con sede centrale alla media Vivaldi. Alcune maestre in sciopero, tra cui alcune iscritte alla Cgil, Cisl, alla Uil, allo Snals e alla Gilda, a titolo personale, sono andate a Venezia, quasi tutte in treno, per partecipare, al sit-in di protesta che si è tenuto in Riva Biasio, davanti alla sede dell’Ufficio Scolastico Regionale, guidato dalla dirigente Daniela Beltrame. Tra i professori delle scuole medie superiori che non sono andati al lavoro per solidarietà alle maestre colpite dalla sentenza del Consiglio di Stato, c’è anche Carmine Alba, docente del Ruzza e attivista dei Cobas padovani: «Siamo davanti ad una delle pagine più nere della storia del Ministero dell’Istruzione dal dopoguerra a oggi», spiega. «Non si possono mettere in ruolo così tante insegnanti, in possesso solo del diploma magistrale, conseguito prima del 2002 (a Padova sono 300) e poi comunicare loro, attraverso il Consiglio di Stato, scusate, abbiamo sbagliato, perdete il posto fisso e, al massimo, dal prossimo anno scolastico tornerete a fare le supplenti. Questa, dal punto di vista politico, è una storia vergognosa. Spero che, già nelle prossime settimane, anche se siamo senza Governo, si trovi una soluzione definitiva. Tra le maestre, che potrebbero perdere il posto, ci sono anche tantissime insegnanti che hanno lasciato le proprie famiglie al Sud e si sono trasferite al Nord perché, dopo anni di precariato, avevano trovato un posto di lavoro».

Felice Paduano

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