Sciopero a scuola, disagi a macchia di leopardo
Chiuse la Gozzi e la Grigoletti, maestre a braccia conserte a Torre e alla Rosmini “Crociata” contro la cancellazione del diritto abilitante del diploma magistrale
di Chiara Benotti
2 minuti di lettura
Chiuse per sciopero, ieri mattina, le scuole Gozzi nell’istituto comprensivo Pordenone sud, Grigoletti a Rorai-Cappuccini, mentre altre maestre hanno incrociato le braccia a Torre e nella Rosmini, contro il temuto licenziamento in massa di 300 precari e cento docenti di ruolo nel Friuli Occidentale. Ad alzare le bandiere della protesta sono stati i sindacati Anief, Saese e Cub-Cobas.
«La sentenza del Consiglio di Stato il 20 dicembre scorso ha cancellato il diritto abilitante dei diplomi magistrali fino al 2001-2002 – hanno detto alcune precarie in sciopero –. Un diritto pregresso cancellato per motivi politici: la nostra lotta va avanti».
La mobilitazione in tutta Italia è stata volta a ottenere una soluzione alla questione spinosa dei diplomati magistrali, che sono stati esclusi dalle graduatore a esaurimento (Gae).
Il ministero dell’Istruzione ha deciso, ieri, di convocare un incontro il 16 gennaio. «Anief ha chiesto un decreto d’urgenza – hanno detto i sindacalisti a Pordenone – per riaprire le graduatorie a esaurimento. La sentenza del Consiglio di Stato, dopo altre 7 pronunce opposte emesse dallo stesso organo di giustizia e passate in giudicato, è una negazione del diritto. I 400 supplenti e maestre di ruolo vanno confermati nelle scuole provinciali».
E in caso di licenziamento? Le cattedre rimarranno vuote. «Serve un decreto legge urgente – dicono i sindacalisti della Flc-Cgil Mario Bellomo e Giuseppe Mancaniello – per dare una soluzione politica. Faremo assemblee con le maestre, a breve».
L’ipotesi è di riaprire le graduatorie a esaurimento per il personale docente abilitato e di confermare nei ruoli i docenti che erano stati assunti con la formula della “riserva”. L’alternativa sarebbe quella di un concorso straordinario.
«Se non otterremo una sanatoria – minacciano i confederali – scatterà la mobilitazione». Intanto l’Anief ha programmato altri scioperi il primo e il 23 marzo, quando si insedieranno le nuove Camere. Le elezioni politiche nazionale potrebbero dare la spinta alla soluzione politica? «Anief raccoglie le adesioni per ricorrere gratuitamente alla Cedu, la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali – ha fatto eco Teresa Vitiello delegata sindacale –. L’obiettivo è quello di annullare la sentenza dell’adunanza plenaria del Consiglio di Stato per eccesso di giurisdizione».
Il caso dei maestri diplomati espulsi dalle graduatorie Gae trova radici nella legge 341 del 1990, che ha previsto per la prima volta che il diploma di laurea fosse il titolo per l’accesso ai concorsi nella scuola dell’infanzia, primaria. e negli elenchi Gae. I corsi di laurea sono stati attivati nel 1999-2000. Il regime transitorio conservò ai diplomi magistrali conseguiti entro l’anno scolastico 2001-2002 il valore di titolo abilitante, «quello ora cancellato – ha confermato Bellomo – con una sentenza. A Pordenone abbiamo contato centinaia di contenziosi da parte dei diplomati magistrali 2001-2002 che hanno ottenuto l’accesso alle Gae. I giudici avevano acceso il semaforo verde, poi l’adunanza plenaria ha dato un colpo di spugna».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
«La sentenza del Consiglio di Stato il 20 dicembre scorso ha cancellato il diritto abilitante dei diplomi magistrali fino al 2001-2002 – hanno detto alcune precarie in sciopero –. Un diritto pregresso cancellato per motivi politici: la nostra lotta va avanti».
La mobilitazione in tutta Italia è stata volta a ottenere una soluzione alla questione spinosa dei diplomati magistrali, che sono stati esclusi dalle graduatore a esaurimento (Gae).
Il ministero dell’Istruzione ha deciso, ieri, di convocare un incontro il 16 gennaio. «Anief ha chiesto un decreto d’urgenza – hanno detto i sindacalisti a Pordenone – per riaprire le graduatorie a esaurimento. La sentenza del Consiglio di Stato, dopo altre 7 pronunce opposte emesse dallo stesso organo di giustizia e passate in giudicato, è una negazione del diritto. I 400 supplenti e maestre di ruolo vanno confermati nelle scuole provinciali».
E in caso di licenziamento? Le cattedre rimarranno vuote. «Serve un decreto legge urgente – dicono i sindacalisti della Flc-Cgil Mario Bellomo e Giuseppe Mancaniello – per dare una soluzione politica. Faremo assemblee con le maestre, a breve».
L’ipotesi è di riaprire le graduatorie a esaurimento per il personale docente abilitato e di confermare nei ruoli i docenti che erano stati assunti con la formula della “riserva”. L’alternativa sarebbe quella di un concorso straordinario.
«Se non otterremo una sanatoria – minacciano i confederali – scatterà la mobilitazione». Intanto l’Anief ha programmato altri scioperi il primo e il 23 marzo, quando si insedieranno le nuove Camere. Le elezioni politiche nazionale potrebbero dare la spinta alla soluzione politica? «Anief raccoglie le adesioni per ricorrere gratuitamente alla Cedu, la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali – ha fatto eco Teresa Vitiello delegata sindacale –. L’obiettivo è quello di annullare la sentenza dell’adunanza plenaria del Consiglio di Stato per eccesso di giurisdizione».
Il caso dei maestri diplomati espulsi dalle graduatorie Gae trova radici nella legge 341 del 1990, che ha previsto per la prima volta che il diploma di laurea fosse il titolo per l’accesso ai concorsi nella scuola dell’infanzia, primaria. e negli elenchi Gae. I corsi di laurea sono stati attivati nel 1999-2000. Il regime transitorio conservò ai diplomi magistrali conseguiti entro l’anno scolastico 2001-2002 il valore di titolo abilitante, «quello ora cancellato – ha confermato Bellomo – con una sentenza. A Pordenone abbiamo contato centinaia di contenziosi da parte dei diplomati magistrali 2001-2002 che hanno ottenuto l’accesso alle Gae. I giudici avevano acceso il semaforo verde, poi l’adunanza plenaria ha dato un colpo di spugna».
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