10 gennaio 2018 - 14:42

«Zero Robotics Competition», al Politecnico di Torino

Studenti provenienti da tutta Europa sfideranno gli altri gruppi di Stati Uniti e Australia, in una «competizione interplanetaria», a colpi di programmazione

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TORINO - La finale della “Zero Robotics Competition” approda al Politecnico di Torino. Giovedì 11, 150 studenti provenienti da tutta Europa sfideranno gli altri gruppi di Stati Uniti e Australia, in una “competizione interplanetaria”, a colpi di programmazione, in diretto contatto con la stazione spaziale internazionale. La gara, giunta alla sesta edizione, è organizzata dal MIT di Boston, in collaborazione con la NASA e l’Università di Sidney e, per l’Europa, è capeggiata dal Politecnico di Torino, insieme ad ASI (Agenzia Spaziale Italiana), Università degli studi di Padova, Ufficio scolastico regionale del Piemonte e la Rete Robotica a scuola. La finale torinese è organizzata da Politecnico di Torino insieme ad AMMA, Camera di commercio di Torino, ITS Mobilità sostenibile, Aerospazio Meccatronica, Unione Industriale di Torino, Turismo Torino e provincia. “Le finali- spiega Leonardo Reyneri, 56 anni, ordinario di Elettronica, che coordina la ricerca per l’Europa - si sono sempre tenute in Olanda presso l’Ente Spaziale Europeo, quest’anno siamo riusciti a portarle a Torino. L’Italia ha da sempre il maggior numero di squadre partecipanti e ogni anno vince i primi 4 posti.” Sono circa 70 le squadre italiane che tutti gli anni ambiscono a partecipare al progetto, 25 nel resto d’Europa e 90 negli Stati Uniti. Le squadre italiane vengono selezionate fino a rimanerne soltanto 15. Alle semifinali i concorrenti devono associarsi con almeno un partner straniero.

Tra i 54 finalisti di quest’anno, 14 sono le alleanze con scuole italiane e, di queste, tre sono piemontesi: il Pininfarina di Moncalieri, l’Agnelli di Torino e il liceo Vercelli di Asti. “Normalmente partecipano istituti tecnici e licei scientifici – specifica il professore Reyneri- ma abbiamo avuto anche un liceo classico. Le migliori alleanze però le abbiamo avute quando all’interno della stessa squadra c’erano due istituti italiani, un tecnico e uno scientifico, oltre al partner straniero”. I ragazzi durante il percorso devono programmare dei robot spaziali, piccoli satelliti di uso facilitato, ma reali, che la Nasa utilizza per sperimentazioni di alto livello. Devono programmarli con dei codici per far compiere loro delle azioni, dei movimenti all’interno di un contesto scientifico. In questa edizione saranno chiamati a cercare forme di vita primordiali su un pianeta chiamato Encedalus, la sesta luna di Saturno, e portare i campioni del terreno sulla Terra. Naturalmente le squadre avversarie dovranno impedirlo- Al Politecnico sarà presente il responsabile scientifico tecnico della Missione spaziale Cassini-Huygens, Jean Pierre Lebreton e gran parte della sfida si svolgerà in collegamento dal vivo con la Stazione spaziale internazionale. Per maggiori info http://zerorobotics.mit.edu/

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