C'è anche il Pininfarina di Moncalieri, nella squadra «BeachPin1701» che ha vinto, a pari merito con la statunitense «Naughty Prions and Lions», l'ultima gara tra robot spaziali «Zero Robotics».  Un torneo tra studenti delle scuole superiori di tutto il mondo, che quest'anno si è svolta al Politecnico di Torino, che si sono sfidati con la programmazione delle «Spheres», oggetti quasi sferici e un po' sfaccettati di diverso colore, che si trovano in orbita, sulla Stazione Spaziale Internazionale. 

La Zero Robotics Competition, organizzata per l’Europa da Politecnico di Torino, Agenzia Spaziale Italiana, Università degli studi di Padova, Ufficio scolastico regionale del Piemonte e Rete Robotica a scuola, e coordinata dal professor Leonardo Reyneri del Politecnico, ha ospitato 150 ragazzi arrivati in finale e provenienti da 8 paesi europei: Italia (13 scuole), Federazione Russa, Francia, Germania, Grecia, Polonia, Romania, Regno Unito. Tra questi, gli alunni di tre scuole piemontesi: l’Itis Pininfarina di Moncalieri, l’Istituto internazionale Edoardo Agnelli di Torino e il Liceo scientifico F. Vercelli di Asti. 

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La competizione si è svolta durante un collegamento in diretta con gli astronauti della Stazione Spaziale internazionale, in particolare con il cosmonauta russo Alexander «Sasha» Misurkin, che ha coordinato la competizione, tra le 15 e le 19 del pomeriggio di giovedì  scorso. Il testa a testa finale ha visto protagoniste due alleanze di scuole: l’americana Naughty Prions and Lions e il team tutto italiano BeachPin1701, composto da studenti dell’Itis «Pininfarina» di Moncalieri, dell’Itis «Galileo Galilei» di Livorno e del Liceo «Leonardo da Vinci» di Treviso. La sfida si è conclusa con un pari merito tra i due team, entrambi vincitori dell’edizione 2017 di Zero Robotics. Premiati anche i ragazzi del Liceo «Cecioni» di Livorno e del Liceo «Agnelli» di Torino, vincitori della virtual final, la finale della seconda categoria del campionato.

Oltre al suggestivo collegamento video con la Stazione Spaziale, la competizione si è svolta in collegamento con il Mit di Boston e con l’Università di Sidney, dove si sono ritrovati per assistere alla finale gli studenti provenienti da Stati Uniti e dall’Australia. I finalisti si sono misurati nella programmazione degli Spheres, robot spaziali già utilizzati dalla Nasa all’interno della Stazione spaziale per collaudare cicli di istruzioni, per eseguire rendezvous autonomi e operazioni di attracco. Queste macchine vengono inoltre utilizzate sperimentalmente per la manutenzione e l’assemblaggio di satelliti e per il volo di formazione. La competizione, nata nel 2009 al Mit di Boston, ha coinvolto quest’anno circa 70 istituti europei, 100 americani e 50 australiani, per un totale di circa 2000 studenti. Ogni squadra era composta da 5 a 10 studenti, e ai team viene affidata una missione: quest’anno i ragazzi dovevano cimentarsi con la ricerca di batteri sulla luna «Encedalus» di Saturno.

Al termine della prima fase, le squadre possono allearsi e collaborare fra loro per ottenere assieme un programma più efficace. La fase successiva è costituita da una gara preliminare a eliminazione, dalla quale solo 42 squadre hanno passato il turno; i programmi di questi team sono stati caricati direttamente sulle sfere robotizzate presenti sulla Stazione spaziale per la finale, dove i programmi dei gruppi vincitori sono stati eseguiti sotto la supervisione degli astronauti.

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