10 gennaio 2018 - 17:59

Diplomati magistrali, proclamato lo sciopero degli scrutini

I diplomati esclusi dal Consiglio di Stato hanno dichiarato, dopo lo sciopero di lunedì, una nuova forma di protesta: non parteciperanno più a tutte le funzioni e attività supplementari nelle scuole, dagli scrutini ai laboratori alle gite

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Sciopero degli scrutini intermedi, ma anche dimissioni da tutte le funzioni e attività accessorie non obbligatorie all’interno delle scuole: lo proclamano i maestri e le maestre diplomati di scuola dell’infanzia e primaria, che dopo la protesta di lunedì, con sit-in davanti al ministero dell’Istruzione e centinaia di classi lasciate scoperte in tutta Italia, rilanciano la loro rabbia contro la sentenza del Consiglio di Stato che li allontana dal sogno di una cattedra. Secondo la decisione dell’Adunanza plenaria, infatti, i 49 mila diplomati dovranno retrocedere dalle posizioni acquisite grazie ai ricorsi giudiziari: sia chi era stato assunto con clausola di riserva che chi era finito nelle graduatorie ad esaurimento, dovrà ritornare nelle graduatorie di seconda fascia, a fare le supplenze in attesa di un concorso per poter accedere al contratto a tempo indeterminato.

La lettera ai presidi

«Durante il nostro percorso professionale, abbiamo contribuito al buon funzionamento della scuola mostrando sempre dedizione nei confronti dei nostri alunni, delle loro famiglie, specie se svantaggiate, sostenendo le scelte educative e culturali degli istituti dove continuiamo a lavorare- scrivono i diplomati ai dirigenti scolastici- . Abbiamo messo a disposizione della scuola la nostra professionalità, acquisita durante gli anni di servizio e formazione, assumendo diversi e numerosi incarichi di responsabilità, necessari per il regolare svolgimento delle attività didattiche». Adesso si tirano fuori: e rassegnano le dimissioni da tutte le funzioni e le attività accessorie non obbligatorie all’interno delle scuole. Si dimetteranno quindi dal ruolo di funzione strumentale, presidente di interclasse, dalle commissioni, responsabili di laboratorio, accompagnatori nelle uscite didattiche, progetti. Ma soprattutto, per iniziativa dell’Anief, si rifiutano anche di partecipare agli scrutini delle pagelle di metà anno. Secondo Marcello Pacifico (Anief-Cisal) ««non c’è più tempo, urgono risposte immediate sul rinnovo del contratto con aumenti dignitosi e sull’inserimento di tutti gli abilitati nelle graduatorie ad esaurimento». Il ministero dell’Istruzione, dal canto suo, ha chiesto un parere all’Avvocatura dello Stato e promesso una soluzione politica. Ma, a Camere chiuse, è difficile che si possano trovare strategie in tempi brevi.

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