Home Politica scolastica Sciopero scuola: il sindacalismo alternativo lo sta preparando

Sciopero scuola: il sindacalismo alternativo lo sta preparando

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Mentre i sindacati rappresentativi stanno cercando di trovare una posizione comune in merito alla firma del contratto nazionale, fra i sindacati di base si sta sviluppando un ampio confronto su come affrontare i diversi problemi sul tappeto, a partire dalla questione dei diplomati magistrale.
Proprio su questo tema dall’ Assemblea Nazionale dei COBAS della Scuola svoltasi nei giorni scorsi arriva un appello alla responsabilità: “E’ necessario concentrare le lotte e unificare le legittime richieste di tutto il precariato”.

Gli obiettivi immediati, secondo i Cobas

Ma, se sono abbastanza chiari gli obiettivi (mantenimento del posto di tutti gli immessi in ruolo che hanno già superato l’anno di prova o che lo devono superare in questo anno scolastico, permanenza nelle GAE di tutti i docenti, riapertura delle GAE per coloro che sono in possesso di abilitazione, compresi quindi i diplomati con titolo conseguito entro l’a.s. 2001/2002, immissione in ruolo di tutti i precari con 3 anni di servizio), assai meno chiaro è il percorso da seguire, visto che già si stanno moltiplicando iniziative più o meno spontanee e scioperi variamente proclamati.
Al momento attuale, infatti, allo sciopero degli scrutini già indetto dall’Anief si devono aggiungere uno sciopero di tutto il comparto scuola proclamato da CUB e USB per il 23 febbraio e un ulteriore sciopero dell’Anief per il 23 marzo.

Scioperi in vista

Bernocchi, portavoce nazionale Cobas, dà una valutazione non del tutto positiva della situazione:  ”Consideriamo non utile lo sciopero degli scrutini che, oltre ad escludere la scuola dell’infanzia, si risolve in un semplice differimento di due giorni, di impatto nullo sulla scuola e sui ‘media’. Ben più validi appaiono gli scioperi proposti per il 23 febbraio e per il 23 marzo. Il primo risponde all’esigenza di non restare in attesa statica del nuovo governo e di richiedere un impegno esplicito all’attuale; il secondo, in coincidenza con l’insediamento delle Camere, intende esercitare una immediata pressione sui nuovi parlamentari”.

Per il momento, aggiunge ancora Bernocchi, “ci pare il caso di concentrarsi sullo sciopero del 23 febbraio: e se dalle Assemblee che si  svolgeranno in questa settimana localmente, verrà un chiaro segnale di condivisione da parte della larga maggioranza del movimento, lunedi prossimo noi lo convocheremo, rimanendo disponibili, dopo la verifica del 23 febbraio, anche per l’eventuale data successiva”.

La posizione dell’Unicobas

Anche Stefano d’Errico segretario nazionale Unicobas è sulla stessa lunghezza d’onda: “Questo protagonismo delle diverse sigle non è certamente un dato positivo, sarebbe invece necessario che, proprio in questa fase, il sindacalismo alternativo trovasse una sintesi comune, anche come risposta agli attacchi che stanno arrivando proprio in questi giorni: Bernocchi ed io abbiamo una denuncia in corso per la manifestazione organizzata il 10 novembre”
“Penso anche – aggiunge d’Errico – che in questo momento dovremmo  volare un po’ più alto cercando di saldare la pur legittima protesta dei diplomati magistrale con il problema più generale del precariato da affrontarsi nella sua complessità e con i grandi temi del contratto nazionale e della battaglia contro la legge 107″.
“Per quanto riguarda poi le date proposte – conclude il segretario Unicobas –  comprendiamo bene le motivazioni di uno sciopero  da farsi proprio in concomitanza con la riapertura del Parlamento, ma siamo anche molto attenti alla data del 23 febbraio a condizione però che si realizzi un’ampia convergenza delle diverse sigle”