SCUOLA
PORDENONE È nato il Coordinamento dei maestri per fare il punto sulla

Giovedì 25 Gennaio 2018
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PORDENONE È nato il Coordinamento dei maestri per fare il punto sulla situazione e lanciare nuove proteste e iniziative di sensibilizzazione, dopo l'esito della Plenaria in Consiglio di Stato e il recente sciopero indetto da Anief, Cobas e Unicobas. Un'associazione di maestri libera e spontanea che si sta ramificando in ogni provincia.
A Pordenone, la referente è Imma Iovine che fa anche parte del comitato nazionale. Una cinquantina di maestri si è incontrata nei giorni scorsi nella palestra di via San Valentino, assieme ai rappresentanti delle altre province e del Veneto. Maestri che stanno rischiando di perdere il ruolo, ma anche il posto, seppur precario. Si tratta di docenti della scuola primaria che insegnano come minimo da dieci anni sul territorio, non solo hanno esperienza, ma anche laurea e moltissimi corsi di aggiornamento. Il problema è che non hanno la laurea in Scienze della Formazione, ma in Pedagogia, Lingue, Lettere e quant'altro. «Per noi diplomati magistrali ha spiegato Iovine la situazione è assurda; quasi tutti abbiamo elevati titoli di studio, abbiamo fatto enormi sacrifici, in giro per la provincia, quando eravamo in terza fascia e poi siamo stati relegati per troppo tempo nelle seconde fasce. Ora ci tolgono la dignità».
«Stiamo organizzando in maniera autonoma, senza l'apporto di alcuno ha spiegato il maestro Giovanni Caponnetto delle iniziative, poiché ci siamo accorti dell'incompetenza della parte politica. Quando siamo andati a Roma, ci sono stati politici allibiti dalle nostre storie, non sapevano nulla della situazione». Scioperi, una fiaccolata e iniziative per sensibilizzare la politica sono sul tappeto. «Facciamo appello alle nuove associazioni sindacali, siamo stati abbandonati dai sindacati di base», puntualizza Caponnetto.
Il clima di protesta non intende placarsi fino a che non si troverà una soluzione, perciò le tappe da Pordenone a Roma davanti al ministero dell'Istruzione saranno frequenti. I maestri sostengono di essere intrappolati dalla burocrazia, nonostante sette sentenze favorevoli prima del macigno piovuto con la Plenaria. «E ora l'attesa dell'avvocatura di Stato puntualizza Caponnetto è l'ennesimo bluff per rimandare la nostra situazione a dopo le elezioni». Iovine fa sapere che non vuole la guerra, ma sensibilizzare l'opinione pubblica: «Siamo preparati, competenti, abbiamo esperienza, abbiamo bisogno dell'aiuto di tutti, forze sindacali e non». La preoccupazione maggiore del ministero dell'Istruzione, dunque, sarebbe quella di non far interrompere le lezioni ai bambini, mettendo in secondo piano le vicende umane dei maestri che hanno anche loro bimbi da mantenere.
Sara Carnelos
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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