Finanza

Precariato al paradosso: presidi alla ricerca disperata di supplenti

La denuncia arriva dal sindacato della scuola Anief che spiega come in questa situazione MIUR e Governo continuino a respingere i precari
Pubblicato il 30/01/2018
Ultima modifica il 30/01/2018 alle ore 19:25
Teleborsa
Mentre il Ministero dell'Istruzione e il Governo fanno di tutto per non stabilizzare i nostri docenti abilitati all'insegnamento, opponendosi in tribunale al loro inserimento in GaE e varando norme anti-Europa, come il comma 131 della Legge 107/2015, per stroncare la carriera ai precari che hanno svolto più di 36 mesi di servizio, la realtà scolastica è fatta di presidi obbligati ad inviare qualcosa come 400 email per riuscire a trovare un supplente della scuola primaria e dell’infanzia: è accaduto nel trevigiano, dove i presidi per rintracciare i maestri disponibili a coprire i "buchi" in organico sono costretti a scorrere persino le liste dei docenti di scuole vicine oppure a rivolgersi alle Facoltà di Scienze della formazione primaria alla disperata ricerca di laureati o laureandi.

La denuncia arriva dal sindacato della scuola Anief che rivela come la situazione non riguardi solo il Veneto, ma molte altre province sparse per l’Italia.

Marcello Pacifico, Presidente Anief tuona:" È paradossale che in questa situazione, fatta di tante realtà come quella del trevigiano, si debba ricorrere collettivamente al parere di Bruxelles, come abbiamo fatto noi solo pochi giorni fa, per chiedere il parere al Consiglio d’Europa sulle incomprensibili esclusioni dalle graduatorie pre-ruolo di decine di migliaia di docenti abilitati, ad iniziare dai diplomati magistrale, passando per i laureati in Scienze della formazione primaria e per tutti coloro che hanno conseguito l’abilitazione tramite corsi Tfa, Pas e all'estero. Perché invece di fare finalmente incontrare domanda e offerta, come chiede l’Anief da mesi, approvando un decreto legge ad hoc che inserisca una volta per tutte gli abilitati nelle GaE, al MIU  continuano a tenere la testa sotto la sabbia?  Ecco perché chiediamo di aderire allo sciopero orario dei primi due giorni di scrutini, in programma in questi giorni in occasione delle valutazioni del primo quadrimestre, e allo stop con manifestazione a Roma del 23 marzo, quando si insedieranno le nuove Camere dei dei Deputati", conclude Pacifico.
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