Finanza

Scuola, guerra di comunicati tra Miur e sindacati Confederali

"Stiamo assistendo ad un’altra polemica inutile", ha dichiarato Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief
Pubblicato il 13/02/2018
Ultima modifica il 13/02/2018 alle ore 13:39
Teleborsa
Rinnovo del contratto, bonus merito e diritto alla disconnessione al centro dell'attenzione del Miur e dei sindacati Confederali. Il contratto della scuola sottoscritto all’Aran da pochi giorni, sta già scatenando una guerra di comunicati tra le parti.

Per l’amministrazione centrale “l’importo disponibile per il bonus passa da 200 milioni annui a 160 milioni a regime (130 milioni solo nel 2018), pari all’80% di quanto riconosciuto sino ad oggi. Ma potrà crescere, anche superando il valore di 200 milioni”. Questo significa che una parte dei soldi del “merito” andrà nella Retribuzione professionale docenti, quindi anche ai precari. Replica delle sigle firmatarie: le risorse residue del bonus vengono ripartite secondo parametri definiti a livello di contrattazione integrativa nazionale. Le medesime risorse residue del bonus sono poi soggette alla contrattazione di scuola che contratterà i criteri generali per determinare i compensi. Non vi è nessuna valutazione dei docenti.

Nel frattempo, gli stessi sindacati sembrano compiacersi per avere introdotto, sempre nel nuovo contratto di categoria, l’art. 22 che “introduce una singolare novità: sono oggetto di contrattazione integrativa, a livello di istituzione scolastica ed educativa, i criteri generali per l’utilizzo di strumentazioni tecnologiche di lavoro in orario diverso da quello di servizio, al fine di una maggiore conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare”.

“Non si riesce a comprendere – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - quali sono le buone nuove introdotte da questo sempre più discutibile ultimo contratto del comparto scuola. Ancora una volta, i sindacati firmatari spacciano per un loro successo quanto previsto dalla legge in vigore, confondendo la card annuale per l’aggiornamento professionale dei docenti con le attività previste dall'ultima riforma, la Buona Scuola, tutte oggetto di valutazione del dirigente. Per chi sa come stanno le cose, stiamo assistendo ad un’altra polemica inutile, vista anche l’entità dei soldi che andranno ad ogni lavoratore".
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