Finanza

Scuola, docenti di ruolo non possono prendere seconda abilitazione o specializzarsi su sostegno

Pubblicato il 27/02/2018
Ultima modifica il 27/02/2018 alle ore 18:44
Teleborsa
Dopo i concorsi riservati, le Ssis e i Tirocini formativi, cui potevano iscriversi anche i docenti di ruolo, la Legge 107/2015 ha in effetti previsto un percorso specifico: è previsto, in pratica, che vengano organizzate attività formative specifiche, basate su una collaborazione strutturata e paritetica fra scuola, università e istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica, con una chiara distinzione dei rispettivi ruoli e corrispondenti competenze. Peccato - spiega il sindacato Anief - che di questo percorso non vi sia traccia nei progetti ministeriale e non se ne parli nemmeno a livello politico-sindacale.

"Il problema – afferma Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - è che mentre si stanno per avviare i corsi per gli abilitati, con un alto numero di categorie escluse in modo illegittimo, nel 2018 il Governo uscente ha promesso l’attivazione anche per coloro che devono frequentare due anni di Fit (con un numero minimo di anni di servizio) e il triennio completo (in possesso solo della laurea), ma di questi percorsi abilitanti ad oggi non c’è traccia. Per gli insegnanti di ruolo non può essere utile nemmeno la sentenza-chiave della Corte Costituzionale, del 6 dicembre 2017, che ha dichiarato illegittima l’esclusione dei docenti di ruolo dai concorsi. Partecipare, infatti, alla selezione pubblica nazionale comporterebbe l’impossibilità di accedere al percorso formativo, in particolare al secondo anno di Fit, non compatibile con lo status di chi è di ruolo".

"Allo stesso modo, però - conclude il sindacalista - non si può negare per loro il diritto a fornirsi di un’abilitazione ulteriore o della specializzazione su sostegno, il cui conseguimento può diventare fondamentale per evitare anche spostamenti coatti, oltre che finire negli sconvenienti ambiti territoriali, dovuti alla soprannumerarietà per via del dimensionamento, del calo demografico e della formazione di quelle classi pollaio che tutti i Governi stigmatizzano senza però muovere un dito per ridurre il numero di alunni per gruppo-classe".
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