10 marzo 2018 - 17:59

Scuola, il 23 marzo scioperano di nuovo le maestre

Data simbolica scelta dall’Anief: per l’inizio della nuova legislatura viene chiesta una soluzione per riabilitare i circa 50 mila maestri e maestre che la sentenza del Consiglio di Stato di dicembre ha retrocesso. Sit-in a Montecitorio venerdì dalle 9 alle 15

di Valentina Santarpia

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Riaprire le graduatorie a esaurimento e stabilizzare i contratti dei precari: sono questi gli obiettivi dello sciopero della scuola proclamato per il 23 marzo prossimo dall’Anief, che ha organizzato per venerdì prossimo anche un sit-in a Montecitorio dalle 9 alle 15. Nel giorno dell’inizio della XVIII legislatura gli insegnanti aderenti all’associazione si fermeranno per reclamare modifiche al contratto su aumenti, precariato, ricostruzione di carriera, mobilità, potenziamento: a capitanare la protesta saranno le maestre e maestri con diploma magistrale, per chiedere a gran voce la riapertura urgente delle Graduatorie ad esaurimento e il superamento della sentenza del Consiglio di Stato in adunanza plenaria 11/2017.

«Il malessere della categoria ha raggiunto livelli altissimi: a giugno scadono 45 mila contratti sottoscritti ad inizio anno dai docenti inseriti con riserva nelle GaE e c’è il pericolo di non rinnovarli, mentre continuano a rischiare il licenziamento altre 6 mila maestre assunte con riserva a tempo indeterminato, nonostante abbiano superato l’anno di prova come le altre 2 mila maestre immesse in ruolo grazie a otto sentenze del Consiglio di Stato passate in giudicato», ricorda l’Anief.

La soluzione politica

A gran voce viene chiesto un decreto legge urgente che possa fornire una soluzione politica per i diplomati magistrali: per l’Anief sarebbe necessario riconoscere «a tutto il personale con abilitazione l’inserimento nelle GaE, ovvero nel doppio canale utile per le immissioni in ruolo, alla luce anche dei tanti posti vacanti e disponibili, peraltro, coperti con continue supplenze dagli stessi aspiranti». Altri sindacati optano per una versione più light, come un concorso facilitato riservato ai diplomati in modo da sostenerli nella loro aspirazione ad una cattedra. Ma è evidente che prima che ci sia un governo non sarà possibile determinare alcun provvedimento.

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