La partita sul rinnovo del contratto del comparto Scuola è giunta al termine, o forse no. Dopo quella che può essere considerata una pre-intesa dello scorso 9 febbraio, alcuni sindacati avviano azioni volte a capire se davvero il nuovo contratto sia degno e soprattutto accettato dai lavoratori.

La FLC CGIL per esempio ha chiamato in assemblea gli interessati per sentire da loro come la pensavano su quanto contenuto nel nuovo contratto. Soldi, stipendi, arretrati e modalità di rinnovo non hanno ottenuto il gradimento unanime dei sindacati e quindi dei lavoratori.

L’Anief invece punta il dito contro le cifre, considerate esigue anche se nel frattempo dichiara pienamente esecutivo il rinnovo. Ma quando arriveranno davvero questi soldi nelle tasche dei lavoratori e soprattutto a quali?

Precari della scuola

Va ricordato che gli incrementi del salario che sono fuoriusciti dal nuovo documento e gli arretrati spettano, naturalmente con cifre differenti a docenti e personale Ata e soprattutto anche ai precari della scuola. Gli arretrati riguardano il biennio 2016-2017 e i primi mesi del 2018, perché il nuovo contratto parte proprio dal 2016 e scadrà a fine 2018. Dopo quasi un decennio di blocco, dopo due anni di contrattazione e dopo la sentenza della Corte Costituzionale sul blocco Fornero il personale avrà finalmente uno stipendio adeguato all’aumento del costo della vita.

Per l’Anief però l’adeguamento previsto è nettamente insufficiente rispetto alla perdita di potere di acquisto di questi stipendi. Per il 2016 in base ai dati Istat, l’aumento di stipendio che sanasse l’inflazione dovrebbe essere dell’8,52% mentre quello previsto dal contratto è dello 0,36%. Non è diversa la situazione per il biennio successivo con il 2017 che andrebbe coperto da un aumento del 9,32% ed il 2018 con un incremento del 11,12, mentre dal nuovo documento gli aumenti saranno rispettivamente dell’1,09 e del 3,48%.

Niente da fare per il 23 marzo

Nelle giornate immediatamente successive all’intesa si parlava di arretrati già nella busta paga o cedolino di marzo. Ipotesi questa che si è scontrata subito con la realtà e con la ristrettezza dei tempi. Per il 23 marzo quindi il personale della scuola continuerà a percepire gli stessi stipendi di sempre.

Probabilmente arretrati e aumenti faranno capolino nei cedolini di aprile quando come dicevamo anche i precari riceveranno tra i 37 ed i 38 euro di aumento lordo. I dubbi sono sempre tanti e sempre dall’Anief che va ricordato è uno dei sindacati che non ha voluto sottoscrivere l’accordo è fuoriuscito il comunicato che contesta tutta la linea del nuovo contratto. Oltre alle cifre infatti si contestano il blocco di un terzo dei pre-ruoli, l’assenza di modifiche normative sulle ricostruzioni di carriera ed il mancato riconoscimento degli anni di servizio dei lavoratori prima di diventare DSGA.