Roma

Roma, il giovedi nero degli scioperi: fermi trasporto pubblico e dipendenti Anagrafe Venerdì tocca alla scuola

Bus, metro e ferrovie a rischio per l'agitazione di 24 ore. Incrociano le braccia anche gli 'anagrafici'
 

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Giovedì 22 marzo trasporto pubblico a rischio a Roma per gli scioperi di 24 ore proclamati dai sindacati Faisa Confail, Orsa e Usb. Le agitazioni interesseranno sia la rete Atac (bus, tram, metropolitane, ferrovie Roma-Lido, Termini-Centocelle, Roma Civitacastellana-Viterbo) che i bus periferici gestiti dalla Roma Tpl. Durante le proteste saranno comunque in vigore le fasce di garanzia: servizio regolare fino alle 8.30 e dalle 17 alle 20.

Sempre giovedì incrociano le braccia anche gli impiegati dell'Anagrafe. "Anche se c'è lo sciopero del trasporto pubblico gli anagrafici sciopereranno egualmente", spiega in una nota Maria Regina Silvia Garau, rappresentante sindacale dell'Asbel/Cnl. "Abbiamo atteso invano che l'amministrazione comunale intervenisse per limitare i disagi alla cittadinanza, stante l'eliminazione dei servizi di cassa municipale, assistiamo invece ad un peggioramento dei servizi per i cittadini con l'aggravio di costi, di tempi d'attesa e di grande improvvisazione organizzativa". I lavoratori manifesteranno a partire dalle 10  sotto le finestre della Prefetta, "a cui abbiamo chiesto un incontro, senza peraltro ricevere ancora alcuna risposta" continua la Garau.

Venerdì invece tocca alla scuola. I docenti, provenienti da tutta Italia si incontreranno dalle ore 9 in piazzale Ostiense, da dove il corteo si muoverà alla volta del ministero della Istruzione in viale Trastevere. All'origine della protesta "la  riapertura urgente delle GaE a tutti i docenti abilitati all'insegnamento, come già avvenuto nel 2008 (Legge 169) e nel 2012 (Legge 14), attraverso l'accoglimento della soluzione legislativa proposta dall'Anief; la stabilizzazione di tutto il personale e il risarcimento per l'abuso dei contratti a termine; l'adeguamento dell'organico di fatto a quello di diritto, inclusi i posti in deroga per sbloccare assunzioni e trasferimenti - si legge nel comunicato - l'allineamento degli stipendi all'inflazione, con il recupero dell'indicizzazione dell'indennità di vacanza contrattuale; la parità di trattamento tra personale assunto a tempo determinato e personale assunto a tempo indeterminato, come indicato dalle pronunce della Suprema Corte di Cassazione.

Ma anche il riconoscimento del ruolo svolto dai facenti funzione Dsga e dei vicari dei dirigenti scolastici, dei nuovi profili del personale Ata e collaboratori scolastici, nonché dei servizi prestati in altro ruolo; una finestra a 61 anni per i pensionamenti di tutto il personale scolastico, allineando l'Italia al trattamento adottato in diversi Paesi Ue".

"La partecipazione alla manifestazione e il rispetto del percorso indicato" dice Marcello Pacifico dell'Anief-Cisal, "saranno fondamentali per poter convincere il nuovo Parlamento, nella giornata di avvio della diciottesima legislatura, a riaprire le GaE a tutto il personale docente abilitato per la terza volta, come già avvenuto nelle sedicesima legislatura, grazie sempre alle mobilitazioni e agli emendamenti presentati da Anief. Per questo, lanciamo un appello alle 50 mila maestre con diploma magistrale inserite nelle Graduatorie ad esaurimento, parte delle quali già immesse in ruolo con riserva, agli abilitati TFA, PAS, agli insegnanti Tecnico Pratici e abilitati all'estero, perché aderiscano alla nostra protesta: sono tutti docenti coinvolti nello sbarramento delle GaE, perché la partecipazione alla nuova fase transitoria del reclutamento, prevista dalla riforma contenuta nella Legge 107 del 2015, non risolve il problema del precariato. Basta con gli indugi: bisogna ripartire dal passaggio di tutti i posti oggi in organico di fatto in quello di diritto, oltre che dallo scorrimento del doppio canale delle graduatorie di merito e a esaurimento, da cui non può essere più escluso il personale abilitato".
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