La protesta delle maestre col posto a rischio
«Chiediamo giustizia a scuola e lavoro sicuro». Imma Iovine, vertice del Coordinamento diplomati magistrali Pordenone-Friuli lo ha reclamato, ieri mattina, in Parlamento e al tavolo dei funzionari...
«Chiediamo giustizia a scuola e lavoro sicuro». Imma Iovine, vertice del Coordinamento diplomati magistrali Pordenone-Friuli lo ha reclamato, ieri mattina, in Parlamento e al tavolo dei funzionari del ministero dell’Istruzione. «Ci hanno ascoltato – ha raccontato Iovene –. La soluzione sarà trovata dal nuovo governo». Ci sono 300 maestre precarie e altri cento insegnanti di ruolo che rischiano il posto in cattedra a fine giugno 2018.
Giornata di sciopero proclamata da Anief, Cobas con maestre pendolari a Roma. «Rischiamo di perdere posto di lavoro, dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ci cancella dalle graduatorie a esaurimento Gae – ha aggiunto Iovine, che non si dà per vinta con il coordinamento –. È stata una giornata intensa e con qualche risultato: il segnale è arrivato dai funzionari del ministero di Viale Trastevere e anche dalla politica. Vogliono tutti una soluzione condivisa con il mondo della scuola. Eravamo in circa mille davanti al ministero dell’Istruzione, dove abbiamo chiesto una soluzione per migliaia di precari con diploma magistrale cacciati dalle graduatorie Gae dalla sentenza del Consiglio di Stato che ha lasciato tutti basiti». Ieri Iovine è salita al ministero dell’Istruzione per incontrare i dirigenti. «Ci hanno incoraggiato a collaborare – ha sintetizzato Iovine –. Il pronunciamento dell’Avvocatura di Stato sarà decisivo e incrociamo le dita per bloccare i licenziamenti». Al tavolo ministeriale anche il sindacato Anief: ha chiesto di sospendere i ricorsi al giudice amministrativo e al giudice del Lavoro, in attesa del parere della Cassazione per annullare la sentenza 2017 del Consiglio di Stato. Ai parlamentari riuniti per l’insediamento delle Camere è stata presentata la richiesta di un decreto legislativo veloce che riapra le graduatorie. Saranno ascoltati? (c. b.)
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