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Concorso docenti, flop di adesioni degli abilitati

Parte il conto alla rovescia per la selezione riservata a chi ha svolto oltre 36 mesi e ai laureati

(Teleborsa) - È di poche ore fa la pubblicazione del MIUR del numero di partecipanti al concorso per docenti abilitati della secondaria di primo e secondo grado, con il numero maggiore di domande presentato al Sud. Il Ministero dell'Istruzione rivela che sono 50mila i partecipanti al concorso. Una quota che, secondo il sindacato della scuola Anief, è solo in apparenza alta. Oltre il 20% è composto da personale già di ruolo: inoltre, ci si aspettava un’adesione ben più alta se solo si considera che gli abilitati che puntano al ruolo sono almeno il doppio rispetto alle iscrizioni effettive. Il MIUR conferma che nel corso dell'anno "seguiranno il bando per docenti iscritti nelle graduatorie di istituto non abilitati ma con tre anni di servizio almeno alle spalle e quello per i neo-laureati". Anief rivela che "se è vero che scalpitano i non abilitati e i laureati, è altrettanto vero che chi verrà selezionato è atteso da un percorso tortuoso e senza alcuna garanzia di giungere all'arrivo".

Marcello Pacifico Presidente Anief dichiara: "Per i non abilitati e laureati è iniziata la grande attesa, che durerà, presumibilmente, almeno fino all'estate. In pratica, possiamo dire che dopo l'esclusione di 20 mila laureati dal vecchio concorso, lo Stato ci riprova ma tante incognite stanno dando luogo al nuovo contenzioso. Il problema di fondo è che si continua a mantenere la politica del respingimento che non risparmia l'ambito dei concorsi: basti pensare che i laureati avrebbero dovuto partecipare anche al precedente concorso a cattedra, invece in quell'occasione sono stati lasciati fuori, come se il loro titolo di studio avesse una valenza giuridica mutevole. Il risultato di questo bailamme è che ci ritroviamo degli organici pieni zeppi di precari, con l’apice che si tocca per quelli di sostegno, i quali prevedono che un posto su tre vada a supplenza, derivante dalla mancata trasformazione di posti in deroga nell'organico di diritto".
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