Scuola
Scuola, 2 e 3 maggio ancora sciopero: il terzo in quattro mesi
Nuova protesta sui diplomati esclusi dalle GaE e stipendi
Roma, 16 apr. (askanews) - Si avvicinano due giornate di protesta nel mondo della scuola, ancora sulla questione dei diplomati magistrali esclusi dalle Graduatorie ad esaurimento (le Gae). Per i prossimi 2 e 3 maggio è infatti previsto uno sciopero generale del comparto, al quale è invitato a partecipare tutto il personale docente e ATA, a tempo indeterminato e determinato, atipico e precario. Si tratta del terzo sciopero in quattro mesi, che segue i due già realizzati da inizio anno: quello dell'8 gennaio, a ridosso della sentenza in adunanza plenaria del Consiglio di Stato, cui ha fatto seguito lo sciopero del 23 marzo nel giorno d'insediamento delle Camere.
Il nuovo sciopero è stato indetto lo scorso 24 marzo dal sindacato SAESE (Sindacato Autonomo Europeo Scuola ed Ecologia), che si è detto "totalmente contrario ai provvedimenti politico legislativi del governo in ambito scolastico" e ha chiesto la "permanenza nelle GaE, in base al punteggio acquisito, dei maestri diplomati e riaperture delle GaE per tutti i docenti in possesso di abilitazione (diplomati magistrali con titolo conseguito entro l'a.s. 2001/2002)". La proclamazione è stata già ratificata, il 28 marzo, dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della Funzione Pubblica.
Alla protesta ha poi aderito nei giorni scorsi il sindacato ANIEF che, oltre ad appoggiare la battaglia sui diplomati magistrali esclusi dalle Gae, chiede di "trasformare i quasi 100mila posti degli organici di fatto in cattedre vacanti, quindi da collocare in quelle di diritto", "allineare gli stipendi almeno all'aumento del costo della vita" e "reperire dei finanziamenti per il nuovo contratto, visto che l'accordo raggiunto all'Aran ad inizio febbraio per quello 2016/18 ha prodotto aumenti insignificanti, dello 0,36% per il 2016, dell'1.09% per il 2017 e del 3,48% per quest'anno".
L'ANIEF ha inoltre annunciato un "maxi ricorso" in Cassazione contro la sentenza del Consiglio di Stato dello scorso 20 dicembre, che ha estromesso dalle Gae 50 mila docenti precari con diploma magistrale. Per l'Anief "ci sono almeno dieci validi motivi per impugnare alla suprema Corte di Cassazione la sentenza" e "le motivazioni toccano, in modo argomentato, più punti della questione: dall'eccesso di potere giurisdizionale al difetto assoluto di giurisdizione, fino alla violazione della Costituzione e della Cedu".
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