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Maestre diplomate e precari in sciopero per due giornate

La protesta nelle scuole è in programma il 2 e il 3 maggio. A organizzare l’iniziativa il sindacato online Saese e l’Anief

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MANTOVA. La scuola si prepara a vivere un altro sciopero che potrebbe fermare le lezioni, o comunque creare dei disagi, per due giorni: il 2 e il 3 maggio, vale a dire subito dopo la festa dei lavoratori che quest’anno cade di martedì. A mobilitarsi sono due sigle appartenenti al mondo del sindacalismo di base: il Saese (che si autodefinisce “sindacato online”) e l’Anief, associazione che ha assunto una certa notorietà nei mesi scorsi per aver indetto lo stato di agitazione delle “maestre diplomate”, vale a dire le insegnanti di materne ed elementari che dopo il conseguimento della maturità magistrale non hanno frequentato il corso di laurea in formazione primaria, oggi richiesto per l’insegnamento.

La protesta, che coinvolgerà gli insegnanti e il personale non docente (gli Ata) a tempo indeterminato e determinato, atipico e precario, «segue le due già realizzate negli ultimi mesi: quella dell'8 gennaio, a ridosso della sentenza in Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato, cui ha fatto seguito lo sciopero del 23 marzo nel giorno d'insediamento delle Camere, a cui si è aggiunto il malcontento per un rinnovo di contratto al ribasso». Sono parole del leader di Anief, Marcello Pacifico, secondo il quale «tra il personale, la situazione di insofferenza ha raggiunto l'apice.

Tra i precari, anche di lungo corso, non si arresterà fino a quando non saranno riaperte le graduatorie ad esaurimento, trasformato tutto l'organico di fatto in organico di diritto, autorizzato un nuovo vero piano straordinario di 150mila assunzioni per docenti educatori ed Ata». Nel pacchetto c’è anche la situazione delle maestre diplomate che, in base alla sentenza del Consiglio di Stato dello scorso dicembre, rischiano l’esclusione dalle graduatorie Gae e il licenziamento.

Non aderiscono allo sciopero Cgil, Cisl e Uil e gli autonomi dello Snals. «Assurdo scioperare per riaprire le graduatorie ad esaurimento, che come dice il termine devono esaurirsi. Significa legittimare il precariato - dice Massimiliano De Conca della Flc-Cgil - la strada da perseguire è politica, come stiamo facendo da mesi». «I problemi ci sono, ma non è uno sciopero organizzato in questo modo che potrà risolverli» dice Roberta Marzano dello Snals.(nc)
 

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