Saranno duemila le maestre e i maestri senza laurea che saranno esclusi da subito dalla graduatorie perdendo così il diritto alla cattedra fissa. Il verdetto arrivato dall’Avvocatura di Stato sull’intricata vicenda degli insegnanti con diploma magistrale conseguito prima del 2001-2002 è in linea con la sentenza del Consiglio di Stato, che lo scorso dicembre aveva deciso la loro esclusione dalle graduatorie ad esaurimento (Gae) e quindi dal canale per l’accesso al ruolo. Ma a rischio sono molti di più: con l’arrivo nei prossimi mesi delle sentenze da parte dei Giudici del lavoro e dei Tar, i sindacati parlano di 10-15 mila diplomati magistrali.

La platea degli interessati è di 43.600 persone in tutta Italia e, tra loro, 5.665 insegnanti già di ruolo che negli anni hanno maturato anzianità ed esperienza ma che hanno firmato un contratto  con una clausola risolutiva espressa che ne mette a rischio il posto a tempo indeterminato. Tra questi, non risultano insegnanti che da qui a giugno rischiano di essere mandati a casa, fa sapere il ministero. “Restano fermi – continua la nota Miur – i diritti acquisiti di coloro che sono risultati destinatari di una sentenza già passata in giudicato”. Chi invece ha ottenuto la cattedra, sebbene con riserva, sarà licenziato e dovrà tornare a fare supplenze. Chi era precario, ma nelle Gae, sarà inserito nelle graduatorie d’Istituto.

Ad essere interessati sono i diplomati magistrali a cui fino al 2001-2002 è stata data la possibilità di inserirsi in graduatoria. Ma una legge del ’90 aveva nel frattempo previsto che servisse la laurea per insegnare anche alle scuole elementari, creando il caos. Dall’altra parte ci sono i circa 23 mila laureati che aspirano ai posti che i diplomati non laureati lascerebbero liberi se la magistratura continuasse – come probabilmente sarà dopo la sentenza del Consiglio di Stato – a dare loro torto.

Il Miur chiede di trovare una soluzione di tipo legislativo in Parlamento “nel rispetto dei diritti di tutte e tutti, a partire da quelli delle studentesse e degli studenti”, e si è messo a disposizione per il supporto tecnico-amministrativo necessario. Anief, il sindacato che ha promosso i ricorsi di massa dei diplomati, attacca: “L’Avvocatura di Stato espelle le maestre, mette a rischio il prossimo anno e mina lo stato di diritto”. Di qui la decisione di far partire dal 28 aprile uno sciopero della fame, con un presidio permanente davanti al Miur, sino al nuovo sciopero il 3 maggio, il terzo in quattro mesi con manifestazione a Roma.

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