Scuola, sciopero il 2 e 3 maggio. E scatta il rischio 'maxi-ponte'

Al centro della protesta la posizione dei maestri con il diploma magistrale conseguito prima del 2001. A proclamare lo sciopero dei docenti e del personale tecnico-amministrativo sono due sindacati: Saese e Anief

Una scuola elementare

Una scuola elementare

Bologna, 23 aprile 2018 - Sciopero il 2 e il 3 maggio dei docenti e del personale tecnico-amministrativo. E nelle scuole scatta l’allerta per ipotetiche riduzioni o sospensioni del servizio scolastico. Con eventuale maxi vacanza, essendo il Primo Maggio un martedì e la stragrande maggioranza delle scuole il 30 aprile farà il ponte.

A proclamare lo sciopero, per l’intera giornata, sono due sindacati: Saese e Anief che hanno organizzato una manifestazione davanti al Miur. Al centro della protesta la posizione di migliaia di maestri con il diploma magistrale conseguito prima del 2001. Maestri che, dopo la sentenza a loro avversa della Plenaria del Consiglio di Stato e il parere dell’Avvocatura di Stato, si vedono o a rischio di cancellazione dalle graduatorie ad esaurimento (Gae) oppure con il licenziamento in tasca. Per lo sciopero, l’Anief "invita i 140 mila supplenti, a cominciare dalle 50 mila maestre inserite con riserva nelle Gae, ad astenersi dal lavoro prima di essere licenziati al 30 giugno o dopo il superamento dell’anno di prova. Così per chiedere la riapertura straordinaria delle Gae per tutto il personale abilitato e un nuovo piano straordinario di 100 mila assunzioni in ruolo per tutto il personale precario. La protesta è estesa al personale Ata, dimenticato dalla Buona Scuola e con poche unità assunte nel biennio a seguire. Sarà l’ultima occasione nel corrente anno scolastico per farsi sentire dalla politica, prima di lasciare il tema ai tribunali".

Flc Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola Rua chiedono al Parlamento un intervento urgente intervento che sani la situazione. Un’iniziativa legislativa tesa a salvaguardare, innanzitutto, il diritto delle studentesse e degli studenti alla continuità didattica e a un insegnamento di qualità e che possa contemperare le attese dei diplomati magistrali coinvolti dalle sentenze con quelle dei laureati in Scienze della formazione primaria.

 

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