Martedì 16 Aprile 2024

Via i maestri senza laurea: è rivolta. Pressing sul governo per la sanatoria

Caos graduatorie, coinvolti in 55mila. Scioperi, è alta tensione

Una manifestazione degli insegnanti diplomati (Ansa)

Una manifestazione degli insegnanti diplomati (Ansa)

Roma, 26 aprile 2018 - Sciopero della fame per continuare a lavorare nella scuola. Inizierà il 28 aprile davanti al Ministero dell’Istruzione ed è una delle iniziative di maestri e maestre che dopo la sentenza del Consiglio di Stato di dicembre e il recente parere dell’Avvocatura generale dello Stato - a cui si era rivolto il Miur - rischiano di essere esclusi dalle graduatorie per il ruolo. Sono circa 2mila i docenti senza laurea ma con il diploma, che è stato considerato non abilitante per la cattedra di ruolo dal Consiglio di Stato, che verranno subito esclusi dalle Gae. Ma a essere a rischio sono molti di più: secondo i sindacati, con l’arrivo nei prossimi mesi delle sentenze da parte dei Giudici del lavoro e dei Tar, il posto è potenzialmente a rischio per 10-15mila diplomati magistrali e tra questi ci sono 5.665 persone già di ruolo, che negli anni hanno maturato anzianità ed esperienza e spesso si sono trasferiti da una regione all’altra. La loro sfortuna è stata che il contratto firmato conteneva una clausola risolutiva espressa che ne mette a rischio il posto a tempo indeterminato.

La platea complessiva interessata da questa intricata vicenda si aggira attorno alle 55mila persone (ma altri conteggi parlano di 43 mila) inserite a vario titolo nelle Graduatorie ad esaurimento. Tutti sono diplomati magistrali a cui fino al 2001-2002 è stata data la possibilità di inserirsi in graduatoria ma una legge del ‘90 aveva nel frattempo previsto che servisse la laurea per insegnare anche alle scuole elementari: da qui una pioggia di ricorsi, la concessione da vari Tar dell’iscrizione con riserva nelle Gae e poi il caos. Perché ci sono anche i circa 23mila laureati, molti dei quali vincitori di concorso, che aspirano a quei posti che i diplomati lascerebbero liberi.

Il Miur si è detto favorevole a una soluzione di tipo legislativo in sede parlamentare, "nel rispetto dei diritti di tutte e tutti, a partire da quelli delle studentesse e degli studenti". "Giovedì e venerdì prossimi prendono finalmente il via al ministero dell’Istruzione gli incontri da noi auspicati alla ricerca di un’equa soluzione", annuncia Mario Pittoni, senatore e responsabile federale Istruzione della Lega che aggiunge: "Basta pasticci". "La vicenda delle maestre diplomate dimostra il fallimento della 107 che voleva eliminare il precariato ed ha soltanto eliminato le graduatorie – ragiona Pino Turi segretario della Uil scuola –. È evidente che c’è un buco e la politica lo deve colmare. Non occorrono rivoluzioni, ma buon senso. Il nuovo Governo è invitato a fare una sola norma legislativa: eliminare l’organico di fatto che genera precariato e non garantisce i diritti degli alunni in termini di continuità didattica". Intanto l’Anief ha confermato lo sciopero per il 2 e 3 maggio.