Finanza

Scuola, 1° maggio in sciopero per salvare decine di migliaia di diplomati magistrale

Anief chiede audizione ai presidenti delle Commissioni speciali di Camera e Senato
Pubblicato il 30/04/2018
Ultima modifica il 30/04/2018 alle ore 19:27
Teleborsa
Domani, 1° maggio, è la Festa dei lavoratori e per un gruppo di maestri precari della scuola pubblica, con diploma magistrale, sarà una festa particolare: la passeranno davanti al Miur, dove da un paio di giorni hanno iniziato lo sciopero della fame per opporsi al loro licenziamento e a quello di altre decine di migliaia di docenti, rei di avere conseguito un titolo di studio improvvisamente non considerato più valido per svolgere la professione, ma solo per accettare supplenze brevi. 

Anief, che si è sempre schierato a fianco di questi lavoratori e per il rispetto dei loro diritti, conferma quindi lo sciopero del 2 e 3 maggio, il terzo in quattro mesi, anche per opporsi alla posizione dall'Avvocatura di Stato allineata a quella del Consiglio di Stato. Inoltre, in queste ore il giovane sindacato ha inoltrato formale richiesta, perché si raggiunga una soluzione immediata al problema, all'on. Nicola Molteni (Lega Nord) e al sen. Vito Crimi (M5S), rispettivamente presidenti delle Commissioni speciali di Camera e Senato, e anche agli uffici di presidenza delle Commissioni che hanno il compito, in questa fase, di esaminare gli atti del Governo.
Dopo avere preso atto della volontà della ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli di approvare una norma salva maestri in Parlamento e dell’impegno ad offrire un adeguato supporto tecnico da parte del Ministero dell’Istruzione, il presidente Anief Marcello Pacifico si è quindi rivolto anche al Miur.

“L’anno scolastico è quasi al termine – continua Pacifico - e la politica deve prendere in mano la situazione, proponendo innanzitutto una soluzione urgente, al fine di garantire la continuità didattica, la parità di trattamento di tutto il personale abilitato e precario, il reclutamento immediato dei docenti precari. Senza la riapertura delle GaE, in migliaia già assunti in ruolo, questi insegnanti saranno licenziati. Inoltre, uno su due non sarà chiamato più il prossimo anno. Insomma – conclude il sindacalista – ci ritroveremo con le cattedre vuote e i docenti per strada”.

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