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Scatta la protesta Sciopero della fame di due maestre

È stata di circa il 30% l’adesione delle circa 200 maestre diplomate magistrali mantovane al primo giorno dello sciopero indetto dalle sigle sindacali Saese e Anief. Ed è proprio dal coordinamento...

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È stata di circa il 30% l’adesione delle circa 200 maestre diplomate magistrali mantovane al primo giorno dello sciopero indetto dalle sigle sindacali Saese e Anief. Ed è proprio dal coordinamento provinciale di Anief che arriva la stima. «Un’adesione destinata ad aumentare nella seconda giornata di sciopero (oggi per chi legge, ndr) - dice l’Anief - una delegazione di insegnanti mantovane andrà a Roma per partecipare alla manifestazione per chiedere al Parlamento di invitare il Governo ad approvare un decreto legge sulla nostra situazione. Oppure, un ddl attraverso l’approvazione urgente da parte di una commissione deliberante speciale, per evitare che scattino i licenziamenti». Le maestre interessate sono quelle diplomate alle Magistrali fino al 2002, che sembravano escluse dalla riforma del settore che rende obbligatorio il conseguimento della laurea in formazione primaria per poter venir assunto a tempo indeterminato nelle scuole materne ed elementari. Una sentenza del Consiglio di Stato dello scorso dicembre ha però ribaltato questo assunto e ora queste insegnanti verranno tolte dalle graduatorie Gae o licenziate se assunte con il contratto siglato dopo un ricorso presentato da Anief. Due di loro, Elena Mattarei del comprensivo Levi di città e Filomena Passaro, dell’Ic Parazzi di Viadana hanno iniziato la sciopero della fame seguendo l’esempio di colleghe romane. Altre hanno iniziato lo sciopero della mensa, rinunciando al pranzo. La protesta ha sollevato le reazioni di altri insegnanti, quelli laureati in formazione primaria, che criticano le iniziative delle loro colleghe diplomate. Altri due gruppi di maestre diplomate, Adunanza plenaria Mantova e Insegnamento negato, hanno firmato un documento, col quale «aderiscono allo sciopero della fame a oltranza, fino a completa risoluzione di questo pasticcio giuridico che suona ormai come uno scempio, sul quale anche Bruxelles ha aperto una inchiesta».



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