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Le maestre “declassate” in sciopero della fame a Padova

Il Consiglio di Stato ha escluso dall’immissione in ruolo docenti prive di laurea Corteo di protesta e solidarietà da parte di mamme e dell’assessore Donazzan

di Felice Paduano
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PADOVA. Maestre in sciopero delle fame per difendere la loro cattedra minacciata dalla sentenza pronunciata dal Consiglio di Stato alla vigilia di Natale che - in assenza del titolo di laurea - condanna molte di loro al precariato.

Da quattro giorni alcune insegnanti bevono soltanto acqua e rifiutano ogni sorta di cibo: lo si è appreso ieri mattina durante la manifestazione regionale organizzata dal Coordinamento docenti magistrali davanti alla prefettura di Padova, in piazza Antenore. Tra quante hanno deciso di aderire alle giornate di sciopero nazionale del 2 e 3 maggio indette dai sindacati Anief e Saese, e anche allo sciopero della fame, ci sono Rosa Di Leo e Marianna Di Rocco che davanti alla tomba di Antenore hanno ritmato lo slogan: “La maestra non si tocca”. Al loro fianco, colleghe provenienti da ogni parte del Veneto e in particolare dal Padovano e dal Veneziano, spalleggiate anche da parecchie mamme, alcune con i bambini al seguito, incluso un “manifestante baby” in carrozzina.

Tra le mamme solidali con le maestre dei loro figlioli, anche Elisa Barchetta e e Marketa Zanonova: «Troviamo assurda e ingiusta questa sentenza che allontanerebbe dalla scuola la maestra dei nostri figli. Perché dovrebbe perdere il ruolo e ridiventare supplente una docente che ha sempre svolto al meglio il suo compito costruendo un rapporto educativo importante con i bambini?».

 

Tra le docenti ricevute dal prefetto Renato Franceschelli, anche Chiara Piazzamano, una delle promotrici della protesta, che a ridosso di Natale, è stata anche tra le organizzatrici della fiaccolata da Prato della Valle a Palazzo Moroni: «La questione è politica», dice lei «occorre un procedimento d’urgenza che può essere approvato anche dal Governo uscente. Tante colleghe sono di ruolo da oltre dieci anni e adesso alcune rischiano di essere escluse per sempre dalle Gae (Graduatorie ad esaurimento ndr), una prospettiva incivile e inaccettabile. Ma la nostra lotta non finisce qui: ci faremo sentire anche in occasione degli scrutini di fine anno».

In Italia le maestre coinvolte nel declassamento del posto fisso sono 55 mila, settemila nel Veneto e circa 900 a Padova. Anche Elena Donazzan, ieri, ha incontrato la delegazione di maestre: «Serve una soluzione governativa», sostiene l’assessore regionale all’istruzione, «solo una scelta politica può evitare la via del licenziamento, imposta dalla cosiddetta “Buona Scuola”. Queste insegnanti sono state valutate per decenni, senza di loro il prossimo anno scolastico nel Veneto non potrà decollare».
 

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