Finanza

Scuola, aumenti “mancia” solo a giugno

Si aggirano sui 50 euro gli incrementi stipendiali netti di oltre 1,2 milioni di dipendenti attesi dal marzo scorso. Anief pronto a dare battaglia in Tribunale
Pubblicato il 09/05/2018
Ultima modifica il 09/05/2018 alle ore 12:32
Teleborsa
Slittano al prossimo giugno gli aumenti del personale scolastico e, in generale, del comparto Istruzione e Ricerca. Gli incrementi stipendiali netti di oltre 1,2 milioni di dipendenti, attesi dallo scorso marzo, che si aggirano sui 50 euro. 

Per il sindacato della scuola Anief rimane in ogni caso abissale la distanza tra quanto avrebbero dovuto percepire i lavoratori della scuola e l'esiguo aumento che giungerà nei loro stipendi. Basta ricordare che solo qualche giorno fa l'Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni (ARAN), ha calcolato che, per il periodo 2007/08-2015/16, gli anni del blocco del contratto della Scuola, la perdita progressiva di valore degli stipendi pubblici rispetto all'inflazione equivale all’8,1%. Inoltre, nel periodo in cui gli stipendi pubblici non facevano ravvisare incrementi, nel settore privato gli aumenti hanno toccato quota 3,6 punti.

Marcello Pacifico, presidente Anief, spiega: "Il fatto che a quantificare la distanza stipendiale sia stata proprio l'ARAN, l’artefice del contratto collettivo nazionale assecondato dai sindacati Confederali, la dice lunga su quanto possa essere stato sconveniente sottoscrivere l’accordo del 20 aprile scorso. L'ARAN  sa bene che di indennità di vacanza contrattuale il personale avrebbe dovuto ricevere almeno il 4%. Anche il gap sullo stipendio tabellare grida vendetta: tra il 2010 e il 2016 il personale della scuola si è visti sottratti 1.147 euro, inclusi di accessorio, complessivamente 353 euro rispetto al 2012".

Per Anief, non rimane che attivare la battaglia nei tribunali per avere giustizia.
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