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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Scuola, polemica sugli aumenti: la 'mancia' da 50 euro arriva solo a giugno 

Pochi soldi e neanche subito. La denuncia parte dall'Anief, che critica l'accordo firmato ad aprile all'Aran: “La perdita progressiva di valore degli stipendi pubblici rispetto all'inflazione equivale all'8,1%”

Dieci anni di attesa, per ottenere un aumento irrisorio. Una sorta di 'mancia' per oltre 1 milione e 200mila dipendenti del mondo della scuola, che non arriverà neanche subito. La denuncia arriva direttamente dall'Anief (Associazione sindacale professionale), che aveva criticato già in passato la firma del contratto posta dai sindacati federali. “L'incremento stipendiale, atteso per 10 anni, saraà di circa 50 euro. Ma secondo l'Aran per il periodo 2007/08-2015/16, gli anni del blocco del contratto della Scuola, la perdita progressiva di valore degli stipendi pubblici rispetto all'inflazione equivale all'8,1%”. Oltre al confronto con l'inflazione, anche quello con il settore privato è impietoso: nello stesso periodo, in cui gli stipendi pubblici sono rimasti paralizzati, per i privati gli stipendi sono aumentati di circa 3,6 punti percentuali.

A scagliarsi contro l'accordo firmato ad aprile è Marcello Pacifico, leader dell'Anief: “Il fatto che a quantificare la distanza stipendiale sia stata proprio l'Aran, l'artefice del contratto collettivo nazionale assecondato dai sindacati Confederali la dice lunga su quanto possa essere stato sconveniente sottoscrivere l'accordo del 20 aprile scorso”.

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Aumenti 'mancia'

“L'Aran – continua Pacifico - sa bene che di indennità di vacanza contrattuale il personale avrebbe dovuto ricevere almeno il 4%. Anche il gap sullo stipendio tabellare grida vendetta: tra il 2010 e il 2016 il personale della scuola si è visto sottratto 1.147 euro, incluso di accessorio, complessivamente 353 euro rispetto al 2012. A questo punto, considerando la presa in giro cui il personale è stato sottoposto, con gli aumenti "mancia" che arriveranno nei prossimi 50 giorni, secondo noi è lampante che per avere giustizia non rimane che attivare la battaglia nei tribunali". 

Come 'sparisce' l'aumento

A questo punto l'Anief ha manifestato l'intenzione di presentare ricorso, almeno per far attribuire ai lavoratori il conferimento dell'indennità di vacanza contrattuale nel periodo 2008-2018 e recuperare cifre più alte di quelle previste dall'accordo. Il contratto firmato all'Aran prevede aumenti medi lordi di 96 euro, che ovviamente cambiano in base alle qualifiche e alle fasce di anzianità, oscillando tra gli 80 e i 110 euro lordo. Gli arretrati dovrebbero arrivare entro il mese di maggio, invece per quanto riguarda gli aumenti bisognerà attendere giugno. Ma come si arriva da 110 euro a poco più di 50? Semplice, prendendo come esempio un docente che ha diritto a 106,7 euro di aumento lordo, da cui vanno decurtati i contributi previdenziali a carico del lavoratore pari all'11%. Già così si arriva a 95 euro, a cui va tolta anche l'aliquota Irpef (38%), le tasse comunali e l'addizionale regionale. Risultato? 55 euro scarsi.

Nuove risorse

Un altro problema da affrontare nei prossimi mesi sarà quello di trovare nuove risorse per confermare la perequazione stipendiale introdotta con il recente contratto nazionale. Per alcuni dipendenti l'aumento in busta paga è garantito soltanto fino a dicembre 2018. Se non si riusciranno a trovare nella prossima legge di stabilità i milioni di euro necessari, questi criticatissimi aumenti potrebbero avere vita breve.

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