Scuola: precari sfruttati, Miur condannato a maxi risarcimento

Pubblicato il 08/06/2018
Ultima modifica il 08/06/2018 alle ore 18:32
Teleborsa
Il Tribunale del Lavoro di Bologna ha comminato una condanna in favore di tre insegnanti ancora precari accogliendo di fatto le tesi del sindacato della scuola, Anief.

Il nodo della questione rimane il mancato riconoscimento del diritto alle progressioni stipendiali per i precari e l’illegittima reiterazione di contratti a termine oltre il limite dei 36 mesi di servizio. La sentenza ottenuta dai legali del giovane sindacato fa registrare al Ministero dell'istruzione una disfatta totale e una condanna a notevoli spese, tra risarcimento danni e progressioni stipendiali mai corrisposte.

Il Dicastero di Viale Trastevere è stato condannato ad una somma complessiva che supera i 100 mila euro, comprendendo il risarcimento danni, gli scatti stipendiali non corrisposti, gli interessi e la condanna alle spese. Il Giudice del Lavoro di Bologna, dunque, riconoscendo l'evidenza dell'abuso perpetrato dal Miur nei confronti dei tre docenti da troppi anni in servizio con contratto a tempo determinato su posti evidentemente vacanti e disponibili, ha rilevato "che nella fattispecie i ricorrenti hanno stipulato una pluralità di contratti a termine con il medesimo Istituto e per il medesimo insegnamento, per un periodo superiore a 36 mesi” e “quanto alla misura del risarcimento, sembra al giudicante che occorra riferirsi ai criteri di cui alla legge n.183 del 2010, che prevede un risarcimento minimo di 2,5 mensilità; infatti, si tratta della normativa che regola le situazioni più simili a quelle oggetto di causa. Il giudicante ritiene doversi maggiorare tale misura minima di una mensilità per ogni contratto”.

"L'azione vincente dell'Anief, ancora una volta, ha segnato un importante successo nella tutela dei diritti dei lavoratori precari della scuola – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - ma non si può più attendere oltre: tutte le discriminazioni poste in essere nella contrattazione collettiva a discapito dei precari devono essere superate. La direttiva comunitaria 1999/70/CE non può essere ancora ignorata dopo quasi 20 anni - aggiunge il sindacalista - e noi ci batteremo ai tavoli della trattativa perché finalmente il personale precario abbia il pieno riconoscimento di tutti i diritti: la stabilizzazione dopo 36 mesi di servizio, l'equiparazione stipendiale al personale di ruolo e i medesimi diritti anche riguardo le ferie, i permessi, la carta docente e le aspettative".