Finanza

Scuola, aggiornamento annuale graduatorie precluso a tanti docenti abilitati

"Invece di intensificare gli sforzi per porre fine alle clausole inique nei contratti di lavoro e nelle modalità di accesso alle immissioni in ruolo il nostro Ministero dell’Istruzione si comporta in modo conservativo, procedendo ad operare in modo discriminante", commenta Pacifico
Pubblicato il 25/06/2018
Ultima modifica il 25/06/2018 alle ore 10:31
Teleborsa
I dirigenti ministeriali hanno appena pubblicato un decreto, il DM 506 del 19 giugno 2018, che disciplina le operazioni di inserimento nelle Graduatorie ad esaurimento alla vecchia maniera: niente reinserimento per gli esclusi e passaggio dalla quarta a terza fascia; graduatorie precluse anche per i laureati in Scienze della formazione primaria col vecchio ordinamento; aggiornamento vietato, infine, per tutti coloro che, pur stando già nelle GaE, sono interessati a far valere i nuovi titoli e servizi maturati negli ultimi quattro anni oppure hanno intenzione di cambiare provincia di appartenenza per ritrovarsi con maggiori chance di essere assunti anche a tempo indeterminato.

Il decreto mantiene, di fatto, le procedure tradizionali. Eppure sono diversi i pronunciamenti dei giudici, anche recentissimi, favorevoli ai docenti ricorrenti: riguardano il reinserimento in GaE (Sentenza Consiglio di Stato n. 3621/2018), il passaggio dalla IV alla III fascia (Sentenza TAR Lazio n. 1112/2017) e l'inserimento in GaE degli abilitati SFP Vecchio Ordinamento (Ordinanza Consiglio di Stato n. 624/2018).

"Invece di intensificare gli sforzi per porre fine alle clausole inique nei contratti di lavoro e nelle modalità di accesso alle immissioni in ruolo – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – il nostro Ministero dell’Istruzione si comporta in modo conservativo, procedendo ad operare in modo discriminante. Come ho detto in settimana a Bruxelles, davanti al Parlamento europeo, mai come oggi è giunto invece il momento di voltare pagina, aggiornando le procedure, rendendole omogenea tra il settore pubblico e privato, garantendo finalmente la parità di trattamento tra personale precario e di ruolo. Facendo così anche cadere tutti gli inutili lacciuoli esistenti per tenere lontano i docenti abilitati dalla GeE e per permettere loro di muoversi ogni anno, dando modo di collocarsi nelle province dove c’è un maggior numero di disponibilità di posti vacanti".

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