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Diplomati magistrale, Miur congela per quattro mesi contenzioso 50mila maestre scuola primaria

Il sindacato Anief lancia un appello ai parlamentari: riaprite le GaE, confermate nei ruoli i neo-assunti e assumete su tutti i posti vacanti e disponibili

(Teleborsa) - Il lungo silenzio del Ministero dell’Istruzione sulla lunga vicenda delle 50mila maestre e maestri con diploma magistrale viene rotto in piena estate, attraverso una decisione presa in Consiglio dei Ministri con la quale si riesuma un articolo di legge di 22 anni fa (art. 14 d.l. 669/96) per dare tempo al Parlamento di riscrivere il nuovo processo di formazione iniziale e reclutamento degli insegnanti e rispondere alle denunce inoltrate dal sindacato della scuola, Anief al Consiglio d’Europa e alla Cedu, oltre che alla Risoluzione 242 del 31 maggio scorso dello stesso Parlamento europeo sui contratti a termine.

Secondo il giovane sindacato, che tutela le posizioni di oltre 20mila maestri con diploma magistrale, a questo punto "diventa fondamentale cosa faranno i nostri parlamentari nei prossimi 120 giorni", quando saranno chiamati a decidere se dare seguito alla sentenza politica emessa a fine 2017 dal Consiglio di Stato oppure, come chiedono tutti i docenti precari abilitati all’insegnamento, di "riaprire le GaE, confermare nei ruoli i neo-assunti e immettere in ruolo su tutti i posti vacanti e disponibili", anche nella scuola secondaria di primo e secondo grado.

Il nostro sindacato è pronto a dare battaglia tra le Commissioni Istruzione di Camera e Senato – annuncia Marcello Pacifico, presidente nazionale Aniefper risolvere il problema della precarietà. I prossimi quattro mesi saranno importanti per andare a convertire le norme nazionali in leggi rispettose del diritto comunitario come da noi interpretato e anche come inteso da tutti i Paesi aderenti all'Ue”.

Per questi motivi – continua Pacifico - chiederemo di riaprire le graduatorie ad esaurimento a tutto il personale abilitato, di reclutare i docenti non abilitati con 36 mesi di servizio in assenza di altri candidati e di confermare in ruolo i neo-assunti in ogni ordine e grado. Come è evidente che chi ha superato l’anno di prova debba essere confermato nei ruoli. Rispetto alle pronunce della magistratura ordinaria, bisogna prendere atto che le norme europee impongono vincoli e responsabilità. Ora – conclude il sindacalista Anief - la parola passa al Parlamento italiano che ha tra le mani una possibilità storica: spazzare via il precariato dai palazzi della politica e non più da quelli dei tribunali”.
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