Tutto rinviato per i diplomati magistrali che, a causa della sentenza del Consiglio di Stato, rischiano di tornare nelle graduatorie d’istituto. Il governo, ieri, con il decreto dignità ha congelato la situazione dei 5.600 insegnanti che avevano già ricevuto la cattedra a tempo indeterminato (con riserva) e degli altri 45mila che rischiano di essere depennati dalle Gae (Graduatorie a esaurimento, ndr), perdendo ogni speranza d’assunzione.

A settembre i 5.600 torneranno a scuola ma a ottobre, se non arriverà alcun provvedimento, dovranno lasciare la cattedra. Ieri sera dopo il Consiglio dei Ministri, Luigi Di Maio ha annunciato su Facebook: “Abbiamo prorogato di 120 giorni gli effetti in modo da poter trovare una soluzione”.

Poche parole riprese oggi in un comunicato ufficiale dal ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti: “Il Miur dovrà procedere con l’esecuzione delle sentenze di merito, che presumibilmente arriveranno tra luglio e agosto. Con il decreto approvato ieri, viene esteso al caso dei diplomati magistrali quanto già previsto dal decreto legge 669/1996, che concede alle amministrazioni dello Stato di ottemperare all’esecuzione di provvedimenti giurisdizionali entro 120 giorni dalla data di comunicazione del titolo esecutivo. Tale intervento sarà utile per consentire l’ordinato avvio del nuovo anno scolastico”.

Tra le righe del comunicato stampa anche la possibile definitiva soluzione: “In sede di conversione del decreto in Parlamento, sarà poi completato il quadro normativo disciplinando procedure di reclutamento, nel rispetto della legislazione vigente”

Una proposta che non trova soddisfazione nelle insegnanti del coordinamento diplomati magistrali che dal 28 aprile scorso sono in presidio permanente davanti al ministero: “È un provvedimento momentaneo – spiega Elena De Meo, 35 anni, maestra dal 2006 – restiamo in attesa di quello definitivo. Un congelamento di 120 giorni non basta. I vertici del Ministero hanno annunciato una svolta entro il 15 luglio. Questo governo non può macchiarsi di un licenziamento di massa. Allo stato attuale con questa proroga l’anno scolastico comincerà regolarmente ma dopo un paio di mesi rischiamo di non avere più alcun posto. Resteremo qui finché non arriverà una soluzione definitiva”.

A giudicare negativa la proposta elaborata nel decreto dignità è il segretario generale della Flc Cgil, Francesco Sinopoli: “Il governo ha deciso di non decidere. Se così fosse, gli effetti delle sentenze di merito che riguardano i diplomati magistrali subirebbero uno slittamento di quattro mesi ma la conseguenza, ovvero la perdita di lavoro per migliaia di docenti entro la fine del 2018, rimarrebbe immutata. La soluzione adottata risulterebbe poco dignitosa per i tanti docenti che aspettavano una risposta definitiva dal nuovo esecutivo e sarebbe profondamente inadeguata al fine di garantire il regolare avvio dell’anno scolastico poiché i diplomati magistrali rimarrebbero in servizio per un breve periodo con l’angoscia di essere licenziati di lì a poco”.

La Cgil si auspicava un provvedimento che effettivamente mettesse in sicurezza l’anno scolastico e l’avvio di un percorso di stabilizzazione in grado di coinvolgere tutti gli abilitati e di dare una certezza occupazionale al personale coinvolto. Ciò che è certo è che saranno individuate specifiche modalità di reclutamento da applicare ai docenti coinvolti dalla sentenza del Consiglio di Stato.

Altrettanto duro con Bussetti e Di Maio, Marcello Pacifico dell’Anief: “Nel comunicato del ministero si accenna a un nuova procedura di reclutamento. Tutto passa nelle mani del Parlamento. A questo punto dovremo stare attenti a questo aspetto”.

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