Saranno ben 35mila i lavoratori della Scuola che l’anno scolastico prossimo non prenderanno la cattedra o il posto da Ata perché si pensioneranno. Numeri già da tempo previsti, come afferma da mesi l’Anief, uno dei sindacati della scuola. Il sindacato infatti, aveva previsto un aumento dei pensionamenti nel comparto rispetto agli anni precedenti e questo interesserà sia i docenti che il personale Ata. Vediamo chi sono i lavoratori che lasceranno il posto da settembre e perché c’è stato questo aumento dei pensionamenti rispetto agli ultimi anni.

Chi sono i lavoratori che lasceranno il posto

Come dicevamo, saranno 35mila i lavoratori che lasceranno il posto in vista del nuovo anno scolastico. Sono 25mila nel corpo docenti e 10mila nel personale Ata. Si tratta di coloro che hanno completato i 41 anni e 10 mesi di servizio richiesti per la pensione di anzianità, ma anche quelli nati nel 1951. Per questi ultimi era stato stabilito che per pensionarsi avrebbero dovuto raggiungere l’età anagrafica di 67 anni entro la fine del 2018. Infatti la riforma Fornero aveva posto un blocco ai pensionamenti, ennesimo inasprimento previsto dalla tanto discussa e tanto odiata riforma del Governo Monti.

I numeri sono reali

Confermata quindi l’anticipazione di Anief, figlia di un calcolo che il sindacato da tempo portava avanti.

Secondo il sindacato, nella scuola ci sono già 50mila posti vacanti e adesso con i 35mila vuoti in arrivo, si potrebbe benissimo passare alla stabilizzazione di oltre 85mila precari della scuola. I problemi però sono due, uno temporale ed uno Ministeriale. Il primo è relativo al fatto che essendo in mano all’Inps tutta la procedura di verifica dei requisiti per i richiedenti la pensione, con ogni probabilità per molti docenti o Ata, la risposta all’istanza di accesso alla pensione, cioè la conferma che i requisiti utili alla pensione siano rispettati, poterebbe avvenire anche a fine agosto.

Troppo tardi per pensionarli e quindi costretti a restare al lavoro anche avendo completato tutti i requisiti necessari per la quiescenza.

Anief da questo punto di vista è abbastanza chiaro, minacciando fin da subito azioni volte a risarcire l’eventuale danno che subiranno questi lavoratori. Naturalmente non tutti i richiedenti subiranno questo ritardo nelle risposte Inps.

Anief ipotizza che la situazione sarà relativa a circa 10mila tra insegnanti e personale Ata. Alla luce di questi dati, per l’anno scolastico prossimo ci potrebbero essere qualcosa come 70mila posti disponibili, oltre a quelli di sostegno che sono circa 40mila.

Il secondo problema però è ancora più serio. Il Ministero di Economia e Finanze infatti, ha già deliberato le nuove assunzioni per l'anno scolastico 2018-2019 e sono poche migliaia. in pratica, a fronte di diverse decine di migliaia di posti vacanti, in realtà il 1° settembre prossimo le assunzioni saranno ben poche e il rimanente dei posti andrà coperto con le supplenze annuali.