Scuola, rinvio obbligo vaccinale riabilita circolare Grillo-Bussetti che introduce l’autocertificazione

Marcello Pacifico (presidente nazionale Anief): rinviare di un anno l’obbligo risulta necessario proprio per offrire un periodo di riflessione sulla materia
Pubblicato il 06/08/2018
Ultima modifica il 06/08/2018 alle ore 18:32
Teleborsa
Si allargano ogni giorno di più le polemiche sull’obbligo delle vaccinazioni per l’iscrizione alle scuole frequentate dai bambini fino a sei anni: lo slittamento a settembre dell’approvazione del decreto Milleproroghe, quindi del rinvio di un anno dell’obbligo per la frequenza scolastica, ha di fatto riabilitato la circolare Grillo-Bussetti che introduce l’autocertificazione, ma anche ridato vita alle prese di posizione sui pro e contro delle vaccinazioni obbligatorie. Per cercare una mediazione, la Ministra della Salute ha anche paventato la possibilità di introdurre “classi protette per i 10 mila bambini immunodepressi”.

Il sindacato della scuola, Anief ritiene che il crescere delle polemiche "sia inutile", anzi addirittura "dannoso all’organizzazione scolastica, già di per sé confusa e ricca di problematiche di vario genere", ad iniziare dalla formazione degli organici e dall’assegnazione dei tanti precari sugli oltre 150 mila posti scoperti tra personale docente e Ata. Per non parlare della "vicenda kafkiana" che stanno vivendo i 160 mila maestri e laureati supplenti, "vittime prima dell’adunanza plenaria del Consiglio di Stato" che li ha estromessi dalle GaE e ora dalla soluzione pilatesca trovata dal Governo e sulla quale il Parlamento si sta spaccando.

Il giovane sindacato ricorda che "il ricatto dell’avvenuta effettuazione dei dieci vaccini principali per la frequenza scolastica è un metodo del tutto inefficace per assicurare le vaccinazioni a tutti i bambini, poiché il sistema scolastico integrato – con iscritti agli asili nido e alle scuole dell’infanzia - riguarda solo una parte dei minori di quella fascia d’età: complessivamente, i dati ufficiali ci dicono che solo un bambino su quattro è iscritto e frequenta con regolarità le strutture scolastiche afferenti allo Stato. Non si comprende, quindi, come si possa raggiungere tutta la fascia 0-6 anni passando per tale imposizione".

Certamente - afferma Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - il provvedimento deciso dal Governo, di rinviare di un anno l’obbligo introdotto dall’esecutivo Gentiloni attraverso il decreto a firma dell’ex Ministro Beatrice Lorenzin, risulta necessario, proprio per offrire un periodo di riflessione sulla materia. E per dare tutto il tempo utile alle Camere, in modo che possano così approvare una nuova norma che cancelli l’inutile obbligo. Una disposizione, tra l’altro, che non può nemmeno contare su un supporto costituzionale, visto che per tutelare il diritto alla salute si procede alla negazione di quello, altrettanto basilare, relativo all’istruzione e allo studio".