Scuola

Todi, 39 in classe a settembre, genitore scrive a Bussetti

L'appello, pubblicato su Orizzontescuola, arriva dal liceo Jacopone. L'ufficio scolastico regionale dell'Umbria non ha previsto lo sdoppiamento della prima scientifico. L'Anief: "Sorprende che il M5S confermi le classi pollaio"

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TODI - Tra un mese, alla riapertura della scuola, saranno 39 in un'unica classe. La denuncia, rivolta direttamente al ministro dell'Istruzione Marco Bussetti, arriva dal liceo Jacopone, a Todi, dove il prossimo anno scolastico si preannuncia di nuovo all'insegna delle classi pollaio. Nonostante l'alto numero di iscritti alla prima dello scientifico e la presenza di uno studente diversamente abile con sostegno, l'ufficio scolastico regionale dell'Umbria non ha previsto la creazione di due sezioni.

La lettera, pubblicata su Orizzontescuola, è firmata dal presidente del consiglio di istituto, Giovanni Antonelli. Che punta il dito contro "l'incredibile decisione" di non prevedere lo sdoppiamento della classe. "I 158 iscritti alle prime classi dei quattro indirizzi del liceo (49 al Linguistico, 41 alle Scienze umane, 39 allo Scientifico, 29 al Classico) devono essere ospitati, secondo tale decisione, al massimo in 6 classi a prescindere dal fatto che ci sia una distribuzione non omogenea tra le scelte effettuate dagli studenti", scrive il rappresentante dei genitori. "In altre parole, l’Ufficio scolastico regionale auspicherebbe che fosse il dirigente scolastico a 'convincere' i genitori circa l’indirizzo al quale iscrivere il proprio figlio. Della serie: non possiamo permetterci che ognuno possa liberamente scegliersi un proprio progetto educativo".

Antonelli richiama la normativa che vorrebbe numeri più bassi nelle classi in cui sono presenti studenti con disabilità che necessitano di sostegno. "Il problema, in realtà, è che, nonostante le belle parole, la politica scolastica italiana si effettua sempre più e soltanto con una calcolatrice in mano", è lo sfogo del genitore. "Il senso di impotenza e rabbia scaturisce dal fatto che, evidentemente, si ritiene che la soluzione imposta dalla normativa sia perfettamente compatibile con il diritto costituzionale allo studio e lo rispetti anche nel più ampio senso di assicurare a tutti le migliori condizioni per un'efficace formazione attuando i più elementari principi pedagogici".

La scuola di Todi si appella, dunque, al nuovo inquilino di viale Trastevere. Dopo il via libera del Consiglio dei ministri all'assunzione di 57.322 docenti, si chiede ora di attuare anche quella indicazione contenuta nel contratto di governo firmato da Lega e M5S che, nel capitolo dedicato alla scuola, prevede "un necessario cambio di rotta, intervenendo sul fenomeno delle cd. classi pollaio".

Sulla vicenda è intervenuto anche il sindacato Anief. "Quanto si sta realizzando - dice Marcello Pacifico, leader del sindacato - è purtroppo in piena sintonia con quello che è accaduto negli ultimi dieci anni, con i tagli imposti a partire dalla Legge Berlusconi-Gelmini 133/08. Sorprende, però, che a rendersi artefice di tale conferma sia lo stesso Movimento 5 Stelle, autore in passato di diverse battaglie e interpellanze parlamentari portate avanti proprio per trovare soluzione al problema delle classi pollaio". Il sindacato chiama in causa la violazione del diritto allo studio e alla sicurezza, oltre che i problemi legati al sovraccarico di lavoro per i docenti. "Non possiamo tollerare che si riparta per un altro anno in queste condizioni. Quanto sta accadendo a Todi - conclude Pacifico - non è tollerabile, nemmeno fosse l'unico caso in Italia".






 
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