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Scuola, Decreto dignità in Gazzetta Ufficiale: 40 mila maestri senza più contratto

(Teleborsa) - Sta venendo a galla la verità sulla "non soluzione" che il Parlamento ha trovato per i diplomati magistrale, con il Decreto Dignità appena trasformato in legge dello Stato e pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

Attraverso un puntuale dossier prodotto dagli esperti di Tuttoscuola, è emerso che i licenziamenti del prossimo anno e il concorso straordinario da appena 12 mila posti determineranno che meno di un maestro con diploma magistrale su cinque lavorerà nell'anno scolastico 2018/19. E ci vorranno 29 anni perché tutti arrivino all’immissione in ruolo.

Secondo gli esperti, "con questo sistema non si garantirà nemmeno la continuità didattica". Inoltre, al concorso per 12 mila posti parteciperanno tra i 70 mila e i 90 mila candidati: poiché non sarà selettivo, la graduatoria non si svuoterà prima del 2047. Ma nel frattempo almeno la metà dei candidati iscritti avrà raggiunto l’età massima per rimanere in servizio e, conseguentemente, in 14-15 anni le graduatorie del concorso si dovrebbero esaurire, dando il via libera ai concorsi ordinari. Per la scuola primaria si possono stimare “solo” 11 anni. Insomma il "concorsino" collocherà in un gigantesco limbo gli aspiranti maestri, da dove potrebbero uscire molti anni dopo.

"Vogliamo farci ascoltare da quella politica che aveva promesso di voler sentire tutti e che invece non ha programmato neanche le audizioni parlamentari dei precari coinvolti dal decreto dignità. Mentre un terzo delle assunzioni deliberate quest'anno andranno a vuoto perché abbiamo insegnanti specializzati e abilitati come quelli inseriti nelle GaE, ma ad essi è stato negato l'accesso nonostante siano esaurite " - commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - . "Quindi vivremo ancora un anno scolastico fatto di supplenze casuali, derivanti dalle 15 o 20 scuole scelte, tramite le graduatorie d'istituto, con precari nominati a novembre inoltrato. Per non parlare dei 43 mila maestri supplenti che non saranno più chiamati e in molti casi nemmeno sostituiti da nessun supplente, perché non c'è nessun controinteressato nelle loro graduatorie o delle laureate in Scienze della formazione primaria senza i 24 mesi di servizio, ancorché specializzate su quei posti di sostegno che andranno vacanti.

L'unica soluzione - aggiunge il sindacalista autonomo - rimane, attraverso il Milleproroghe già approvato dall’Aula del Senato, la riapertura delle GaE per salvare le supplenze, coprire i posti vacanti, ripristinare la parità di trattamento tra personale docenti abilitato e i ruoli dello Stato. Questo chiederemo alla politica a settembre".
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